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Fin dal 1830 essa ebbe sede in città, in viale Pietramellara, dove si diede inizio alla produzione di liquori e distillati di grande successo, come il famoso Cognac, la Crema Cacao, la Coca Buton e l’Amaro Felsina.
La Buton partecipa nel 1900 all'Esposizione Universale di Parigi con un fastoso chiosco in stile liberty. In quell’occasione viene premiata con medaglia d'oro, massimo riconoscimento nella patria dei liquori.
All’inizio del XX° secolo la Buton venne rilevata dal marchese Filippo Sassoli de’ Bianchi che la ricevette in eredità dalla moglie Maria Rovinazzi.
Questi la rifondò esaltandone la vocazione internazionale e avviò una efficace campagna pubblicitaria: sfondi grafici in stile liberty e l’immagine del medico Paolo Mantegazza, garante della qualità e salubrità dei distillati.
Ben 45 erano allora i prodotti in commercio, tra i quali ricordiamo il Latte di Vecchia, la Supreme Buton, la Creme de Fleurs, la Rosa di Monaco e l’Elixir Coca Buliviana.
Dal 1939 il distillato di uve trebbiane viene denominato Vecchia Romagna e viene presentato nell’inconfondibile bottiglia triangolare, in uso ancor oggi.
Nel secondo dopoguerra la produzione continuò, oltre che con il celebre Brandy Vecchia Romagna Etichetta Nera, uno dei superalcolici più venduti in Italia, con il Rosso Antico, l’amaro Boonekamp, il Don Bairo, il Maximilian I e la Batida de Coco.
Nel 1958, all’inizio dell’era pubblicitaria, un giovane Gino Cervi debutta a Carosello con uno spot pubblicitario dedicato alla Vecchia Romagna.
Famosa divenne la sua frase: “il Brandy che crea un’atmosfera”.
Nel 1970 il successo è globale e lo stabilimento di San Lazzaro Ozzano Emilia diventa il polo del Brandy con i suoi 180.000 metri quadrati destinati alla produzione e invecchiamento di Vecchia Romagna.
Lo stabilimento diventa leader in Italia ed uno dei cinque complessi più attrezzati d’Europa.
Nel 1999 Vecchia Romagna entra nel gruppo Montenegro.
BUTON COGNAC RISERVA STRAVECCHIA 1860 SCRITTA COGNAC CANCELLATA FASCETTA REGNO
Una convenzione italo-francese del 28 maggio 1948 stabilì che i termini Cognac e Armagnac fossero riservati ai soli prodotti francesi ed in particolare a quelli tipici delle zone che portano lo stesso nome.
E’ evidente che questa bottiglia di Cognac Buton sia coeva di quel periodo.
A testimonianza il fatto che la scritta Cognac che appare sull’etichetta è stata cancellata con tre righe.
Si tratta di una correzione effettuata a mano prima dell’immissione al consumo effettuata su rarissimi esemplari evidentemente già predisposti precedentemente alla convenzione del 1948.
La bottiglia è in uno stato di conservazione eccellente.
L’etichetta principale, così come quella nera posta al piede del flacone, sono nello stato di mantenimento quasi perfetto.
Perfettamente leggibili e in uno stato cromatico eccellente; solo alcune leggerissime abrasioni dovute al tempo.
Un piccolo difetto lo possiamo riscontrare nella capsula che tutela il tappo in sughero perfettamente sigillante.
Sulla parte superiore la stagnola è leggermente aperta, sebbene completa.
Il contenuto è di cl. 64.
La gradazione alcolica indicata è di gradi 43 ca.
La licenza UTIF porta il Numero 3.