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Tuttavia l’ascesa di Guglielmo al monte era di qualche anno precedente.
Su quelle cime impervie il Santo era andato cercando un luogo solitario per raccogliersi in preghiera, ma fin da subito la sua fama e le sue virtù attrassero sul monte uomini e donne, discepoli e sacerdoti desiderosi di servire Dio sotto il suo magistero.
La nascita del Santuario fu quindi alquanto spontanea, Guglielmo non aveva mai pensato a una propria organizzazione monacale.
Eppure in poco tempo le persone sopravvenute sul monte per seguirlo, avviarono un’intensa attività edificatrice, cosicché furono presto pronte le prime celle per i religiosi e una piccola chiesa.
Si trattava in verità di umili capanne tenute in piedi con un po’ di malta e fanghiglia, sufficienti comunque a dare l’idea di una sorgente comunità religiosa sotto la guida del Santo.
Lo stesso afflato religioso che spontaneamente aveva riunito attorno alla figura di Guglielmo una prima comunità monastica, fu alla base della scelta di dedicare la primitiva chiesa alla Madonna.
Al di là di alcune credenze popolari che hanno voluto legare l’origine del Santuario a un’apparizione della Madonna, si può dunque affermare che fu proprio lo spirito ascetico mariano di San Guglielmo e dei suoi discepoli a fare in modo che sulle cime del monte Partenio si elevasse un faro di devozione alla Santa Vergine Madre di Dio.
Da allora lo scopo principale della nuova famiglia monastica fu quello di servire Dio mediante la devozione alla Madonna, che i discepoli di Guglielmo presero ben presto a diffondere in tutta la Campania e nelle regioni adiacenti, organizzando numerosi pellegrinaggi verso la loro casa madre.
La devozione mariana fu concepita dai bianchi figli di Guglielmo come la via più efficace per inserirsi nel mistero della Trinità di Dio e della redenzione operata da Gesù.
Il motivo fondamentale del faticoso viaggio e dell’aspra salita alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, delle prolungate preghiere e delle offerte dei credenti, divenne l’invocazione della potente intercessione della Madonna per ottenere la misericordia di Dio.
Fu così che Montevergine si trasformò presto nel Santuario mariano più famoso e visitato dell’Italia Meridionale, e i pellegrinaggi assunsero la loro specifica caratteristica.
Secondo un’antica leggenda una goccia di smeraldo sgorgava da una delle colonne del Tempio di Cibele, proprio lì dove intorno al 1100 sorse l’Abbazia di Montevergine.
Accadeva che un giovane pastore irpino raccogliesse queste gocce per portarle a coloro che erano tristi e sfiduciati.
Negli anni a seguire i monaci dell’ordine di S. Benedetto notarono che lo stillare era opera di alcune erbe cresciute al sommo della colonna.
Studiata la loro composizione riuscirono a riprodurre la leggendaria goccia di smeraldo e la chiamarono Antehemis.
È grazie a queste piante profumate e curative e alla sapiente manipolazione degli zuccheri che i Monaci Benedettini danno vita ai liquori della tradizione.
La fervida e odorosa natura sposa oggi come prima il lavoro e la preghiera degli uomini per dare gioia ai palati degli intenditori e agli animi più tristi.
COGNAC MEDICINALE SIGILLO REALE TENDE P.P. BENEDETTINI FABBRICA LIQUORI MONTEVERGINE
Magnifico imbottigliamento collocabile in un periodo temporale compreso tra il 01/06/1944 e il 30/12/1947.
Fa fede il Sigillo Reale con Tendine applicato di fianco al tappo in sughero.
Bottiglia magnifica e rara in uno stato di conservazione eccellente.
Purtroppo, come spesso accade per questi flaconi antichi, il livello del liquido è sceso in maniera considerevole.
Etichetta perfettamente leggibile e integra in ogni sua parte.
Anche la minuscola retroetichetta è molto ben mantenuta.
Il contenuto è di 1000 ml.
La gradazione alcolica titola il 45% Vol.