1
Un terreno fertile dove i capitali in cerca d’impiego erano spesso più abbondanti delle occasioni per metterli a frutto.
Non altrettanto era accaduto al nonno decenni prima, quando la situazione era esattamente inversa: abbondanza di talenti imprenditoriali, attirati in città dalle opportunità del porto franco, ma scarsità di capitali per sostenerne le iniziative.
Così il nonno andò a Spalato dove ebbe migliore fortuna.
E a Spalato suo figlio Abramo Stock, padre di Lionello, irrobustì l’impresa e contemporaneamente trovò il modo di costituire una solida tradizione famigliare con i suoi dieci figli.
Lionello Stock era il primo maschio, e fu inviato a Trieste per studiare all’Accademia di Commercio.
Era la spia dei cambiamenti ormai avvenuti; Trieste indiscutibilmente rivestiva il ruolo non ufficiale di “capitale marittima” dell’Adriatico asburgico.
Vi si concentravano i capitali, le istituzioni, i circuiti commerciali, le relazioni d’affari più importanti, relegando Spalato e gli altri porti dell’Impero in una posizione subordinata.
Lionello se ne accorse, e rimase a Trieste per costruire un’attività propria, pur ricevendo il fondamentale sostegno della famiglia.
L’ambiente era quello della borghesia mercantile di religione ebraica, pragmatico, integrato nel tessuto cittadino, ma attento a conservare ampi orizzonti nelle proprie relazioni sociali e d’affari.
Nel 1884, appunto, Lionello Stock sembrava trovarsi nel posto giusto, al momento giusto con l’idea giusta.
Nel porto, per una singolare coincidenza, si incrociavano i vini dalmati in transito per l’esportazione e il legname pregiato (soprattutto rovere) destinato a trasformarsi in botti per la sua conservazione.
Inoltre, l’evoluzione dei consumi (assieme al generale miglioramento del tenore di vita) stava diffondendo anche tra le classi medie abitudini un tempo proprie soltanto delle fasce privilegiate della società, come l’attenzione alla moda nella confezione degli abiti, e la diffusione di consumi alimentari non essenziali: dal caffè alla cioccolata, fino ai liquori.
Infine l’idea: una distilleria che utilizzasse a Trieste il vino e il legname disponibile in porto per produrre un liquore sul modello francese, allora molto in voga.
Nel 1884 Lionello Stock ed il suo socio Carlo Camis, che si ritirerà dalla società nel 1906, aprono a Trieste, nel rione di Barcola, una distilleria di vini, la distilleria a vapore Camis & Stock, producendo il primo Cognac di nome "Medicinal".
Lionello Stock iniziò a diffondere il suo cognac Medicinal anche tra nuove categorie di consumatori, come il pubblico femminile, che poteva berne un bicchierino senza timore di attirare le critiche dei benpensanti.
Nel periodo tra il 1884 ed il 1914 si affianca la produzione di grappa: il primo prodotto viene battezzato "Ampea".
Fu un successo che ben presto valicò i confini della benestante e gaudente Trieste della belle époque e si diffuse dapprima nell’Impero asburgico, e nel giro di qualche anno anche al di fuori dei confini nazionali.
Un successo che seppe anche sopravvivere a due guerre mondiali: dopo la Prima, con la diffusione all’interno del mercato italiano, e dopo la Seconda, compensando la perdita delle filiali attive nell’Est Europa con un irrobustimento della rete superstite.
Tra il 1919 ed il 1930 nacque un nuovo stabilimento sempre a Trieste, in porto franco.
Nel 1927 si iniziò la costruzione di un nuovo stabilimento, nel rione di Roiano, dove la Stock rimarrà sino alla migrazione in zona industriale.
Nel 1929 venne conseguentemente dismesso l' originario stabilimento di Barcola.
Negli anni a cavallo tra il 1930 ed il 1935 la gamma di prodotti si arricchisce con il Cognac 1884 Fine Champagne, che diventerà poi il famoso "Stock 84", e con i liquori cherry e maraschino.
Nel 1948 la morte di Lionello lasciò spazio a una nuova generazione e aprì un nuovo periodo, dopo che i forti legami che aveva intrecciato con alcuni tra i più stretti collaboratori gli avevano consentito di far sopravvivere la ditta anche oltre le leggi razziali e il suo allontanamento dalla gestione negli anni della guerra.
Negli anni Cinquanta, la nuova dirigenza iniziò una rapida espansione sia quantitativa che qualitativa.
Si raggiungono nuovi mercati, vengono riprese e aggiornate le campagne pubblicitarie, ma soprattutto viene ampliata la capacità produttiva secondo una logica verticale che andava dalla vigna al prodotto finito.
Erano gli anni del miracolo economico italiano e la Stock seppe approfittare delle nuove opportunità ampliando progressivamente la quantità di consumatori, e aumentando il valore della produzione: dai 400 milioni di lire del 1950, ai 700 del 1955, agli oltre 2 miliardi e mezzo del 1960.
Il capitale sociale, che dal 1928 al 1948 era rimasto sempre fermo a 5 milioni di lire, rapidamente si moltiplicò e raggiunse livelli da centinaia di milioni.
Furono anni nei quali la pubblicità della Stock era sui cartelloni, sulle insegne luminose e anche alla radio, abbinata ai primi programmi sportivi di successo.
La Stock non poteva più vendere il suo liquore di punta come Cognac, ma il forzato cambio di denominazione in Brandy sembra quasi passare inosservato: il nome della distilleria triestina bastava a veicolare i suoi liquori sui mercati.
Negli anni tra il 1965 ed il 1970 il vecchio Brandy Medicinal cambia nome in "Brandy Original Stock".
Negli anni tra il 1970 ed il 1980 nasce un nuovo stabilimento a Trieste nella zona industriale di Zaule; si arricchisce la gamma dell'offerta con Vodka liquori ed amari.
Nel 1977 uno spot dello Stock 84 con Raffaella Carrà chiude insieme ad altri l'epoca di Carosello.
Qualche anno prima, nello stesso format, uno sconosciutissimo Silvio Berlusconi compariva nello spot nel ruolo di un cliente di bar.
Tra il 1980 ed il 1995 nascono le grappe monovitigno ed il Gin Stock.
Negli anni Novanta la cessione della ditta ai tedeschi della Eckes, e infine agli americani della Oaktree, globalizza la Stock, con effetti che anche recentemente hanno suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica, concentrando l’attenzione soprattutto sugli ultimissimi avvenimenti.
Il 1 gennaio 2008 nasce Stock Spirit Group con sede a Londra.
GLI AMERICANI CHIUDONO LA STOCK DI TRIESTE (Giugno 2012)
Dopo 128 anni, ha chiuso i battenti lo storico stabilimento
Stock di Trieste.
L'azienda di liquori mantiene gli uffici a Milano, mentre le attività di produzione e
imbottigliamento si spostano a Pilsen, in Repubblica
Ceca, e nello stabilimento in Polonia.
L'ultima bottiglia prodotta è stata avviata al mercato canadese.
Per i 28 lavoratori (erano 700 negli anni '70') si apre ora il percorso
della cassa integrazione e della mobilità.
Nel maggio 1995, la società fu acquisita dalla tedesca
Eckes A.G., e nel 2007 dal fondo americano Oaktree
Capital management, che manterrà gli uffici commerciali
a Milano.
Lo stabilimento di Trieste, aveva spiegato l'azienda ad aprile scorso dopo l'annuncio della
chiusura, non era più sostenibile a livello economico.
STOCK COGNAC MEDICINAL ALL’UOVO OVOGNAC SIGILLO REALE CON TENDE LT. 1,00 (BOTTIGLIA IN CERAMICA)
Possiamo con certezza datare questo flacone tra il 1 Giugno 1944 e il 30 Dicembre 1947.
Fa fede a questo periodo il Sigillo in alluminio con lo stemma Sabaudo e Tendine apposto come imposta di Stato a sigillo della chiusura di questa bottiglia.
Si tratta di una delle ultime versioni denominate Cognac prima della legge del 29 Maggio 1948 che proibì la scritta Cognac sui distillati di vino non provenienti dalla Francia.
Splendida bottiglia in terracotta, estremamente pesante, conservata in maniera straordinaria.
Anche l’etichetta principale e la retroetichetta sono mantenute in una condizione eccellente.
Il contenuto è di litri uno.
La gradazione alcolica è del 18% Vol.
Giova ricordare che stiamo considerando un liquore allo zabajone prodotto negli anni ’40 con uova fresche.
E’ evidente che si tratta quindi di una bottiglia esclusivamente da collezione! non più bevibile.