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l primo aveva appena ereditato circa due ettari di vigneto, il secondo si era di recente diplomato enologo alla prestigiosa scuola di enologia di San Michele all’Adige.
Questo fortunato connubio prende vita grazie alla volontà comune di produrre vino di gran pregio dai vigneti posti tra la Valle dell’Adige e la Valle di Cembra, precisamente sulla collina di Faedo, collina che a detta di molti possedeva una ridotta vocazione vitata.
Il primo vino prodotto fu uno straordinario Palai Müller Thurgau ’75 di eccezionale fragranza e finezza, seguito da uno Chardonnay e da una varietà autoctona quale la Nosiola.
Sulla scorta di un successo pressoché immediato, l’Azienda cresce grazie all’acquisizione di nuovi terreni; attualmente la superficie vitata è di 26 ettari, distribuiti su 6 comuni diversi: S. Michele e Faedo più quattro Comuni della Val di Cembra.
I vigneti posizionati sulla collina di S. Michele / Faedo, su substrato limoso, calcareo con un’altitudine variabile dai 250 ai 750 mt. s.l.m., sono interessati dalla coltivazione di uve rosse nella parte più bassa e varietà a frutto bianco in quota.
Cabernet, Merlot e Lagrein vanno a costituire il “Rosso Faye”, vino Top dell’Azienda.
Salendo la collina si incontrano Nosiola, Traminer, Chardonnay, Sauvignon e Pinot Nero, per arrivare, al limite dei 700 mt., in Località Palai, alle coltivazioni di Müller Thurgau.
Sempre in quota vengono coltivati Chardonnay e Pinot Nero con il preciso intento di produrre vini spumanti metodo classico in versione Extra Brut e Rosè Brut.
Dagli impianti più vecchi, 25-30 anni, nascono il Bianco Faye ed il Pinot Nero Rodel-Pianezzi. fermentati ed invecchiati in legno maturo.
In Val di Cembra, in località Valbona, a Maso Besleri, su terreni molto profondi di origine vulcanica (il famoso porfido) è stato impostato un concetto più evoluto, che si stacca dal vino varietale per diventare una cuvèe di 5 vitigni bianchi per il Besler Biank e 5 vitigni rossi per il Besler Ross, vinificati in legno, fusti di età compresa tra i 3 e i 20 anni.
Per il Biank in particolare vengono impiegati per il 60%, legni di acacia.
Fin dall’inizio alla Cantina, si è sempre affiancata la Distilleria che fu tra le prime a produrre in Trentino, la grappa di monovitigno.
Nel 1982 l’impianto della Distilleria, venne sostituito con un distillatore a bagnomaria modello Zadra, ideale per distillazioni di alta qualità, rinnovato successivamente nel 1993.
Per quanto riguarda i distillati, la produzione comprende grappe, acquaviti di frutta e brandy.
Tutti prodotti che nascono rigorosamente da materia prima regionale, gran parte prodotta in azienda tipo vinaccia, mele cotogne, ribes, sambuco, sorbo dell’uccellatore, vino; per la rimanente frutta sono state individuate delle microzone di produzione dove i caratteri qualitativi ed aromatici sono i migliori.
Il progetto Brandy parte nel 1986, dopo alcuni viaggi di studio in Francia, in particolare nelle zone del Cognac e dell’Armagnac.
Per la prima volta si vinifica dell’uva, con lo scopo di produrre un vino base da distillare e la scelta si orienta su due vitigni locali, la Schiava delle zone più alte della collina di Faedo e il Lagarino dell’alta Val di Cembra.
Il progetto è ambizioso e indubbiamente oneroso, vista la maturazione del vino distillato per dieci anni in barrique, ma gli anni passano velocemente e la qualità cresce di anno in anno.
Nel 1997 si affaccia sul mercato il primo acquavite “Divino”, vendemmia 1986.
L’ultimo nato è: “MERLINO”, ottenuto unendo un mosto di Lagrein parzialmente fermentato di 4 – 5 gradi di alcol con il brandy invecchiato 15 anni.
ACQUAVITE DI ALBICOCCHE DA FRUTTI RACCOLTI NELLE VALLI DELLE DOLOMITI POJER E SANDRI
La materia prima è costituita da albicocche provenienti dalla Val Venosta dai paesi di Oris, Silandro, Lasa.
Queste albicocche, considerate tra le migliori in Europa, crescono in montagna ad una quota di 800 – 1100 metri s.l.m.
Ovviamente la ma maturazione è piuttosto tardiva e ciò consente un notevole
accumulo di aromi; gli sbalzi di temperatura fra giorno e notte, dovuti alla
presenza di due ghiacciai in zona e la bassa piovosità nella valle, favoriscono la
produzione di un’albicocca sicuramente inimitabile.
La fermentazione avviene in serbatoi inox con controllo di pH, acidità e temperatura.
La purea di albicocche fermenta all’inizio in presenza del nocciolo che viene allontanato dopo 2, 3 giorni finendo quindi la fermentazione senza lo stesso.
Il tempo necessario a trasformare lo zucchero in alcool è di 4/6 giorni.
La distillazione viene effettuata non appena esaurita la fermentazione con l’ausilio di un alambicco discontinuo a bagnomaria di nuovissima concezione, alla cui progettazione hanno collaborato i titolari stessi.
Alla fine del processo di distillazione si ottiene un’acquavite ad alto grado 70/73% Vol., la quale viene posta in appositi serbatoi di inox in attesa delle successive lavorazioni.
Dopo sei mesi circa dalla distillazione, dopo aver diluito il prodotto con acqua di fonte a 46° e successiva filtrazione a 0/-2°C. avviene l’imbottigliamento.
Il colore, come di consuetudine, è bianco cristallino.
Profumo molto intenso, dolce al naso.
Ricorda particolari note di Moscato, denota una piena corrispondenza con il frutto e una leggera presenza di mandorla che ben si inserisce nel complesso
bouquet.
Sapore secco e armonico; molto elegante, di buona persistenza.
Da segnalare che non tutti gli anni si trovano queste particolari albicocche per cui la produzione è saltuaria.