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Codice: 00001238
Categoria: Liquori e distillati
Disponibilità:
1
Contenuto:
0,70 lt.
Confezione:
Bottiglia
Località: Italia-Emilia Romagna
Produttore:
Gio. Buton & c. SA BO
Jean Bouton, ex fornitore della casa imperiale francese nonché figlio di distillatori provenienti dalla Charente, unitosi al pasticcere Giacomo Rovinazzi che aveva un negozio sotto il portico del Pavaglione, fondò a Bologna nel 1820 la distilleria di liquori “Gio. Buton spa”, la prima industria italiana di distillazione nel settore dei superalcolici.
Fin dal 1830 essa ebbe sede in città, in viale Pietramellara, dove si diede inizio alla produzione di liquori e distillati di grande successo, come il famoso Cognac, la Crema Cacao, la Coca Buton e l’Amaro Felsina.
La Buton partecipa nel 1900 all'Esposizione Universale di Parigi con un fastoso chiosco in stile liberty. In quell’occasione viene premiata con medaglia d'oro, massimo riconoscimento nella patria dei liquori.
All’inizio del XX° secolo la Buton venne rilevata dal marchese Filippo Sassoli de’ Bianchi che la ricevette in eredità dalla moglie Maria Rovinazzi.
Questi la rifondò esaltandone la vocazione internazionale e avviò una efficace campagna pubblicitaria: sfondi grafici in stile liberty e l’immagine del medico Paolo Mantegazza, garante della qualità e salubrità dei distillati.
Ben 45 erano allora i prodotti in commercio, tra i quali ricordiamo il Latte di Vecchia, la Supreme Buton, la Creme de Fleurs, la Rosa di Monaco e l’Elixir Coca Buliviana.
Dal 1939 il distillato di uve trebbiane viene denominato Vecchia Romagna e viene presentato nell’inconfondibile bottiglia triangolare, in uso ancor oggi.
Nel secondo dopoguerra la produzione continuò, oltre che con il celebre Brandy Vecchia Romagna Etichetta Nera, uno dei superalcolici più venduti in Italia, con il Rosso Antico, l’amaro Boonekamp, il Don Bairo, il Maximilian I e la Batida de Coco.
Nel 1958, all’inizio dell’era pubblicitaria, un giovane Gino Cervi debutta a Carosello con uno spot pubblicitario dedicato alla Vecchia Romagna.
Famosa divenne la sua frase: “il Brandy che crea un’atmosfera”.
Nel 1970 il successo è globale e lo stabilimento di San Lazzaro Ozzano Emilia diventa il polo del Brandy con i suoi 180.000 metri quadrati destinati alla produzione e invecchiamento di Vecchia Romagna.
Lo stabilimento diventa leader in Italia ed uno dei cinque complessi più attrezzati d’Europa.
Nel 1999 Vecchia Romagna entra nel gruppo Montenegro.
Coca Buton è un liquore italiano alle erbe il cui nome non passa certo inosservato.
Si tratta fondamentalmente di un amaro distillato da varie botaniche, fra cui assenzio, artemisia, melissa, ortica e foglie di coca peruviana, l’ingrediente che lo caratterizza e da cui deriva il nome.
Va detto che la molecola della coca viene eliminata durante il processo della distillazione, in modo che il prodotto risulti perfettamente legale (l’importazione stessa delle foglie avviene sotto il controllo di autorità competenti).
Ha un colore verde brillante e un sapore forte e deciso.
Perfetto come aperitivo o digestivo, ma anche come base per la preparazione di cocktail, dato l’aroma particolare e inconfondibile che lo contraddistingue.
L’etichetta chiara e in stile retrò accompagna una bottiglia dalla forma classica e delicata, che evoca sapori antichi ed esotici, racchiusi nella storia affascinante che il liquore porta con sé.
Durante l’epoca delle conquiste europee, in America Latina tutta la popolazione era solita masticare foglie di coca da migliaia di anni, per ragioni sociali, curative, ma anche religiose e spirituali.
Le prime esportazioni in Europa iniziarono verso il 1850, quando sul fronte medico cominciarono a essere sottolineate le presunte virtù curative della droga.
Fu nel 1863 che il chimico corso Angelo Mariani inventò il cosiddetto Vin Mariani, un miscuglio di vino Bordeaux rosso e coca del Perù macerata per 10 ore, dalle proprietà ricostituenti e afrodisiache, particolarmente apprezzato dai papi Leone XIII, Benedetto XV e Pio X, che ne furono talmente entusiasti che, in segno di approvazione ufficiale, lo insignirono di tre medaglie d'oro speciali. Il ritratto di Leone XIII comparve quale "testimone d'alto rango" su alcuni manifesti e inserzioni che Mariani aveva ordinato per pubblicizzare il prodotto.
Fra il 1870 e il 1913, Mariani ebbe, fra i suoi innumerevoli clienti di tutto il mondo, ben sedici fra re e regine, dallo zar di Russia al principe di Galles e oltre un migliaio di altre celebrità, da Sarah Bernhardt a Joseph John Thomson, da Émile Zola a Charles Gounod, da H. G. Wells al presidente statunitense William McKinley. Famosi o sconosciuti, questi clienti compravano (o spesso, se erano proprio importanti, ricevevano in omaggio) il suo famoso “Vino Tonico Mariani alla coca del Perù”. Infatti in quella fase storica della medicina, i "vini medicinali" erano fra i rimedi più diffusi.
Da ricordare che il Vin Mariani ispirò nel 1886 John Pemberton a inventare una sua variante, la Coca-Cola.
Nel1859, Paolo Mantegazza pubblicò negli Annali universali di medicina di Milano lo studio sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale, primo testo del genere, il cui successo in Italia e all'estero fece da apripista alla commercializzazione di prodotti a base di cocaina.
Negli stessi anni anche Jean Buton, proprietario dell’omonima distilleria bolognese, realizzò un prodotto simile, ma privato dell’effetto stupefacente grazie a un trattamento mirato delle foglie di coca: l’Elixir Coca Buton.
Sul finire del 1800 cominciò a diffondersi il timore verso la pianta e i suoi derivati per via della forte dipendenza che ne scaturiva, col risultato che il Vin Mariani smise di essere prodotto, mentre il Coca Buton rimase ed è tutt’ora in circolazione, data la bassissima, irrisoria percentuale di principio attivo presente nel liquore.
COCA BUTON GIO. BUTON & C. SA BOLOGNA FASCETTA REALE
Rarissima, antica bottiglia perfetta in ogni suo particolare.
La chiusura è ancora con tappo in sughero a raso ben saldo al collo tant’è che il livello del liquido, nonostante sia passato più di un secolo, è collocato alla spalla. Etichetta e collarino assolutamente come nuovi.
Livello posto nella parte alta della spalla.
Retroetichetta integra e perfettamente leggibile.
Contenuto: 70 cl.
Gradazione alcolica del 35,5% Vol.
Prodotta da Gio. Buton & C SA UTIF Sez. Bologna Licenza di Esercizio 3.
Fin dal 1830 essa ebbe sede in città, in viale Pietramellara, dove si diede inizio alla produzione di liquori e distillati di grande successo, come il famoso Cognac, la Crema Cacao, la Coca Buton e l’Amaro Felsina.
La Buton partecipa nel 1900 all'Esposizione Universale di Parigi con un fastoso chiosco in stile liberty. In quell’occasione viene premiata con medaglia d'oro, massimo riconoscimento nella patria dei liquori.
All’inizio del XX° secolo la Buton venne rilevata dal marchese Filippo Sassoli de’ Bianchi che la ricevette in eredità dalla moglie Maria Rovinazzi.
Questi la rifondò esaltandone la vocazione internazionale e avviò una efficace campagna pubblicitaria: sfondi grafici in stile liberty e l’immagine del medico Paolo Mantegazza, garante della qualità e salubrità dei distillati.
Ben 45 erano allora i prodotti in commercio, tra i quali ricordiamo il Latte di Vecchia, la Supreme Buton, la Creme de Fleurs, la Rosa di Monaco e l’Elixir Coca Buliviana.
Dal 1939 il distillato di uve trebbiane viene denominato Vecchia Romagna e viene presentato nell’inconfondibile bottiglia triangolare, in uso ancor oggi.
Nel secondo dopoguerra la produzione continuò, oltre che con il celebre Brandy Vecchia Romagna Etichetta Nera, uno dei superalcolici più venduti in Italia, con il Rosso Antico, l’amaro Boonekamp, il Don Bairo, il Maximilian I e la Batida de Coco.
Nel 1958, all’inizio dell’era pubblicitaria, un giovane Gino Cervi debutta a Carosello con uno spot pubblicitario dedicato alla Vecchia Romagna.
Famosa divenne la sua frase: “il Brandy che crea un’atmosfera”.
Nel 1970 il successo è globale e lo stabilimento di San Lazzaro Ozzano Emilia diventa il polo del Brandy con i suoi 180.000 metri quadrati destinati alla produzione e invecchiamento di Vecchia Romagna.
Lo stabilimento diventa leader in Italia ed uno dei cinque complessi più attrezzati d’Europa.
Nel 1999 Vecchia Romagna entra nel gruppo Montenegro.
Coca Buton è un liquore italiano alle erbe il cui nome non passa certo inosservato.
Si tratta fondamentalmente di un amaro distillato da varie botaniche, fra cui assenzio, artemisia, melissa, ortica e foglie di coca peruviana, l’ingrediente che lo caratterizza e da cui deriva il nome.
Va detto che la molecola della coca viene eliminata durante il processo della distillazione, in modo che il prodotto risulti perfettamente legale (l’importazione stessa delle foglie avviene sotto il controllo di autorità competenti).
Ha un colore verde brillante e un sapore forte e deciso.
Perfetto come aperitivo o digestivo, ma anche come base per la preparazione di cocktail, dato l’aroma particolare e inconfondibile che lo contraddistingue.
L’etichetta chiara e in stile retrò accompagna una bottiglia dalla forma classica e delicata, che evoca sapori antichi ed esotici, racchiusi nella storia affascinante che il liquore porta con sé.
Durante l’epoca delle conquiste europee, in America Latina tutta la popolazione era solita masticare foglie di coca da migliaia di anni, per ragioni sociali, curative, ma anche religiose e spirituali.
Le prime esportazioni in Europa iniziarono verso il 1850, quando sul fronte medico cominciarono a essere sottolineate le presunte virtù curative della droga.
Fu nel 1863 che il chimico corso Angelo Mariani inventò il cosiddetto Vin Mariani, un miscuglio di vino Bordeaux rosso e coca del Perù macerata per 10 ore, dalle proprietà ricostituenti e afrodisiache, particolarmente apprezzato dai papi Leone XIII, Benedetto XV e Pio X, che ne furono talmente entusiasti che, in segno di approvazione ufficiale, lo insignirono di tre medaglie d'oro speciali. Il ritratto di Leone XIII comparve quale "testimone d'alto rango" su alcuni manifesti e inserzioni che Mariani aveva ordinato per pubblicizzare il prodotto.
Fra il 1870 e il 1913, Mariani ebbe, fra i suoi innumerevoli clienti di tutto il mondo, ben sedici fra re e regine, dallo zar di Russia al principe di Galles e oltre un migliaio di altre celebrità, da Sarah Bernhardt a Joseph John Thomson, da Émile Zola a Charles Gounod, da H. G. Wells al presidente statunitense William McKinley. Famosi o sconosciuti, questi clienti compravano (o spesso, se erano proprio importanti, ricevevano in omaggio) il suo famoso “Vino Tonico Mariani alla coca del Perù”. Infatti in quella fase storica della medicina, i "vini medicinali" erano fra i rimedi più diffusi.
Da ricordare che il Vin Mariani ispirò nel 1886 John Pemberton a inventare una sua variante, la Coca-Cola.
Nel1859, Paolo Mantegazza pubblicò negli Annali universali di medicina di Milano lo studio sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale, primo testo del genere, il cui successo in Italia e all'estero fece da apripista alla commercializzazione di prodotti a base di cocaina.
Negli stessi anni anche Jean Buton, proprietario dell’omonima distilleria bolognese, realizzò un prodotto simile, ma privato dell’effetto stupefacente grazie a un trattamento mirato delle foglie di coca: l’Elixir Coca Buton.
Sul finire del 1800 cominciò a diffondersi il timore verso la pianta e i suoi derivati per via della forte dipendenza che ne scaturiva, col risultato che il Vin Mariani smise di essere prodotto, mentre il Coca Buton rimase ed è tutt’ora in circolazione, data la bassissima, irrisoria percentuale di principio attivo presente nel liquore.
COCA BUTON GIO. BUTON & C. SA BOLOGNA FASCETTA REALE
Rarissima, antica bottiglia perfetta in ogni suo particolare.
La chiusura è ancora con tappo in sughero a raso ben saldo al collo tant’è che il livello del liquido, nonostante sia passato più di un secolo, è collocato alla spalla. Etichetta e collarino assolutamente come nuovi.
Livello posto nella parte alta della spalla.
Retroetichetta integra e perfettamente leggibile.
Contenuto: 70 cl.
Gradazione alcolica del 35,5% Vol.
Prodotta da Gio. Buton & C SA UTIF Sez. Bologna Licenza di Esercizio 3.