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Codice: 00000592
Categoria: Rossi esteri
Disponibilità:
0
Contenuto:
0,75 lt.
Confezione:
Bottiglia
Località: Francia-Bordeaux-Graves Pessac Leognan
Produttore:
Domaine Clarence Dillon.
Haut Brion, situato nella periferia di Pessac, è l’unico Premier Cru di proprietà americana.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, basti pensare che già nel 1525 questa azienda produceva vino.
Fu proprio in quell’anno che l’allora proprietario Jean de Pontac, convinto di dover disporre di una costruzione adeguata all’importanza dei suoi vigneti, affidò a Jean Cheminade il progetto e la costruzione del primo Chateau in assoluto ad essere edificato in funzione della vite.
L’edificio venne concluso nel 1550. Nel 1740 assunse la conformazione attuale.
E’ utile ricordare che Haut Brion è stato il primo Cru nella storia dei vini bordolesi.
Nella seconda metà del 1600 e più precisamente nel 1660, il nostro vino era già conosciuto ed affermato in Inghilterra dove veniva servito a Londra nel Ristorante Pontac’s Head aperto dal proprietario di Haut Brion.
La tenuta venne purtroppo frazionata alla morte di Francis August de Pontac avvenuta nel 1694.
Tra le varie proprietà susseguitesi si annovera addirittura De Talleyrand, Ministro degli esteri di Napoleone, il quale contribuì a diffondere Haut Brion nei salotti buoni del periodo Napoleonico.
Fu grazie al banchiere parigino J. E. Larrieu che nel 1836 la proprietà venne riunita.
Arriviamo con la storia di Haut Brion agli anni Trenta quando iniziarono ad edificare intorno alla tenuta le prime abitazioni residenziali.
Andrè Gilbert, allora proprietario, preoccupato per la sopravvivenza dei vigneti all’incalzare della città, nel 1934 giunse al punto di offrire l’intera proprietà al Comune di Bordeaux a patto che venisse arrestata l’onda edilizia. Incredibilmente la risposta fu negativa!
La leggenda racconta che nel 1935 il finanziere americano Clarence Dillon in viaggio verso Cheval Blanc fu costretto dal maltempo ad una sosta imprevista a Haut Brion.
Dillon venne talmente rapito dal fascino di questo Chateau che decise di acquistarlo e di viverci stabilmente.
La storia invece narra di una proprietà in grave situazione finanziaria acquistata dalla famiglia Dillon che investì importanti capitali nel rinnovamento della cantina e dei vigneti al punto che oggi l’azienda si presenta come una delle più spettacolari nella zona di Graves.
A seguire le pratiche di vinificazione oggi è il talentuoso Jean Delmas, fervente assertore di una fermentazione breve ma ad alte temperature (nell’ordine dei 30°C di media).
Come di consuetudine nella zona di Bordeaux, il vino di Haut Brion è affinato per un lungo periodo (22 mesi circa) in botti di rovere nuove. Spesso addirittura è l’ultimo in ordine di tempo, insieme a Chateau Clinet a Pomerol, ad essere messo in bottiglia.
Lo stile del vino di Chateau Haut Brion è evoluto con il tempo. Ai vini magnificamente ricchi e soavi degli anni ’50, inizio ’60, si sono susseguiti dal 1966 al 1974 dei bordeaux più leggeri e magri, senz’altro più accessibili ma senza quella ricchezza e complessità che ci deve aspettare da un Premier Cru.
Dal 1975 i vini hanno ritrovato la loro ricchezza di un tempo, i loro tipici aromi del territorio e la loro concentrazione al punto che dal 1978 Haut Brion si impone come uno dei migliori vini della zona di Graves.
Sarà forse una coincidenza ma la proprietà è ritornata ad essere quella di un tempo nel momento in cui Joan la figlia di Douglas Dillon, è stata nominata Presidente della Società.
Dopo il decesso del suo primo consorte, il Principe Carlo di Lussemburgo, Joan si è risposata con il Duca di Mouchy nel 1978. E’ in questo periodo che si sono iniziate selezioni molto più severe in vigna e si è iniziato a declassare un’alta percentuale di uve convogliandole verso la produzione di un di secondo vino, Bahans Haut Brion fratello minore del Premier Cru.
Sempre nel medesimo periodo Jean Delmas ha acquisito la responsabilità della direzione globale dell’azienda e, come è risaputo, ci troviamo di fronte ad una dei più grandi vinificatori di tutto il territorio.
Le sue interessanti ricerche sulle selezioni clonali sono ancora oggi testi molto importanti in materia di enologia.
Con gli anni ’80 e con la produzione di uva molto abbondante, Delmas, alla stregua di Christian Moueix a Petrus in Pomerol, ha iniziato ad applicare lo sfoltimento delle uve in vigna ottenendo una concentrazione nettamente superiore ed un grande livello qualitativo soprattutto per quanto concerne la vendemmia 1989 che sembra essre una delle meglio riuscite della storia di Haut Brion insieme al 1959 e al 1961.
E’ molto interessante segnalare che spesso, durante le degustazione alla cieca, Haut Brion risulta essere il più precoce e leggero dei Grand Crus.
La verità stà nel fatto che non si tratta affatto di un vino leggero, ma completamente diverso dai Medoc corpulenti, carnosi e marcati dal legno e dai crus della riva destra dominati dal Merlot.
Nonostante la sua precocità, Haut Brion nelle buone vendemmie, è in grado di affinarsi per trenta anni ed oltre.
In conclusione è curioso segnalare che per separare la tenuta dall’incalzare delle villette della periferia di Bordeaux è stato edificato un alto muro posto a baluardo della proprietà. Questa costruzione ha stranamente determinato all’interno un microclima estremamente particolare che favorisce la maturazione delle uve.
La famiglia Dillon nel 1984 ha acquistato i venti ettari della tenuta confinante denominata La Mission Haut Brion probabilmente già facenti parte della proprietà prima del frazionamento avvenuto nella seconda metà del ‘600.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, basti pensare che già nel 1525 questa azienda produceva vino.
Fu proprio in quell’anno che l’allora proprietario Jean de Pontac, convinto di dover disporre di una costruzione adeguata all’importanza dei suoi vigneti, affidò a Jean Cheminade il progetto e la costruzione del primo Chateau in assoluto ad essere edificato in funzione della vite.
L’edificio venne concluso nel 1550. Nel 1740 assunse la conformazione attuale.
E’ utile ricordare che Haut Brion è stato il primo Cru nella storia dei vini bordolesi.
Nella seconda metà del 1600 e più precisamente nel 1660, il nostro vino era già conosciuto ed affermato in Inghilterra dove veniva servito a Londra nel Ristorante Pontac’s Head aperto dal proprietario di Haut Brion.
La tenuta venne purtroppo frazionata alla morte di Francis August de Pontac avvenuta nel 1694.
Tra le varie proprietà susseguitesi si annovera addirittura De Talleyrand, Ministro degli esteri di Napoleone, il quale contribuì a diffondere Haut Brion nei salotti buoni del periodo Napoleonico.
Fu grazie al banchiere parigino J. E. Larrieu che nel 1836 la proprietà venne riunita.
Arriviamo con la storia di Haut Brion agli anni Trenta quando iniziarono ad edificare intorno alla tenuta le prime abitazioni residenziali.
Andrè Gilbert, allora proprietario, preoccupato per la sopravvivenza dei vigneti all’incalzare della città, nel 1934 giunse al punto di offrire l’intera proprietà al Comune di Bordeaux a patto che venisse arrestata l’onda edilizia. Incredibilmente la risposta fu negativa!
La leggenda racconta che nel 1935 il finanziere americano Clarence Dillon in viaggio verso Cheval Blanc fu costretto dal maltempo ad una sosta imprevista a Haut Brion.
Dillon venne talmente rapito dal fascino di questo Chateau che decise di acquistarlo e di viverci stabilmente.
La storia invece narra di una proprietà in grave situazione finanziaria acquistata dalla famiglia Dillon che investì importanti capitali nel rinnovamento della cantina e dei vigneti al punto che oggi l’azienda si presenta come una delle più spettacolari nella zona di Graves.
A seguire le pratiche di vinificazione oggi è il talentuoso Jean Delmas, fervente assertore di una fermentazione breve ma ad alte temperature (nell’ordine dei 30°C di media).
Come di consuetudine nella zona di Bordeaux, il vino di Haut Brion è affinato per un lungo periodo (22 mesi circa) in botti di rovere nuove. Spesso addirittura è l’ultimo in ordine di tempo, insieme a Chateau Clinet a Pomerol, ad essere messo in bottiglia.
Lo stile del vino di Chateau Haut Brion è evoluto con il tempo. Ai vini magnificamente ricchi e soavi degli anni ’50, inizio ’60, si sono susseguiti dal 1966 al 1974 dei bordeaux più leggeri e magri, senz’altro più accessibili ma senza quella ricchezza e complessità che ci deve aspettare da un Premier Cru.
Dal 1975 i vini hanno ritrovato la loro ricchezza di un tempo, i loro tipici aromi del territorio e la loro concentrazione al punto che dal 1978 Haut Brion si impone come uno dei migliori vini della zona di Graves.
Sarà forse una coincidenza ma la proprietà è ritornata ad essere quella di un tempo nel momento in cui Joan la figlia di Douglas Dillon, è stata nominata Presidente della Società.
Dopo il decesso del suo primo consorte, il Principe Carlo di Lussemburgo, Joan si è risposata con il Duca di Mouchy nel 1978. E’ in questo periodo che si sono iniziate selezioni molto più severe in vigna e si è iniziato a declassare un’alta percentuale di uve convogliandole verso la produzione di un di secondo vino, Bahans Haut Brion fratello minore del Premier Cru.
Sempre nel medesimo periodo Jean Delmas ha acquisito la responsabilità della direzione globale dell’azienda e, come è risaputo, ci troviamo di fronte ad una dei più grandi vinificatori di tutto il territorio.
Le sue interessanti ricerche sulle selezioni clonali sono ancora oggi testi molto importanti in materia di enologia.
Con gli anni ’80 e con la produzione di uva molto abbondante, Delmas, alla stregua di Christian Moueix a Petrus in Pomerol, ha iniziato ad applicare lo sfoltimento delle uve in vigna ottenendo una concentrazione nettamente superiore ed un grande livello qualitativo soprattutto per quanto concerne la vendemmia 1989 che sembra essre una delle meglio riuscite della storia di Haut Brion insieme al 1959 e al 1961.
E’ molto interessante segnalare che spesso, durante le degustazione alla cieca, Haut Brion risulta essere il più precoce e leggero dei Grand Crus.
La verità stà nel fatto che non si tratta affatto di un vino leggero, ma completamente diverso dai Medoc corpulenti, carnosi e marcati dal legno e dai crus della riva destra dominati dal Merlot.
Nonostante la sua precocità, Haut Brion nelle buone vendemmie, è in grado di affinarsi per trenta anni ed oltre.
In conclusione è curioso segnalare che per separare la tenuta dall’incalzare delle villette della periferia di Bordeaux è stato edificato un alto muro posto a baluardo della proprietà. Questa costruzione ha stranamente determinato all’interno un microclima estremamente particolare che favorisce la maturazione delle uve.
La famiglia Dillon nel 1984 ha acquistato i venti ettari della tenuta confinante denominata La Mission Haut Brion probabilmente già facenti parte della proprietà prima del frazionamento avvenuto nella seconda metà del ‘600.
CHATEAU HAUT-BRION 1993
Vendemmia estremamente soddisfacente che ha prodotto un vino dal colore rosso sostenuto e profondo.
Al naso rivela tutta la sua tipicità con note intense ed evidenti di piccoli frutti rossi maturi.
Ricchezza di tannini nobili e setosi.
Vino di grande complessità e splendido equilibrio.
Queste caratteristiche ci pongono di fronte ad una delle migliori versioni di Chateau Haut-Brion.
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