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Una tenuta da sogno, composta da 330 ettari di verde dei quali solamente 78 coltivati a vite , tutto il resto è mantenuto a giardino !
Lo stabile venne acquistato dal Marchese de La Colonilla nel 1802 dopo essere stato confiscato durante la Rivoluzione Francese. Questi ne ordinò la demolizione senza neppure degnarsi di andarlo a vedere e ne affidò la riedificazione in stile palladiano all’architetto Louis Combes.
Costruzione oggi assolutamente inconfondibile nella sua massa compatta che si erge imponente al culmine di un lungo viale alberato.
Numerosi, e non sempre felici, i passaggi di proprietà di questo meraviglioso Chateau nel tempo. Il periodo meno luminoso fu tra gli anni ‘60 e ‘70 contestualmente alla proprietà di Pierre e Bernard Ginestet.
Le principali cause di questo periodo oscuro sono da ricercare con ogni probabilità nella mancanza di solidità finanziaria dei signori Ginestet, in seguito alla crisi petrolifera e al crollo del commercio del vino degli anni 1973, 1974.
Nel 1970 si rischiò di veder passare di mano l’azienda; nulla di strano se non che il potenziale acquirente rispondesse al nome di National Distilleries, società a capitale americano. Il governo francese si oppose a questa transazione della proprietà in quanto ritenne Chateau Margaux un simbolo nazionale assolutamente non cedibile ad una multinazionale americana.
Sette anni dopo, nel 1977, avvenne il tanto agognato passaggio di proprietà nelle mani di André e Laura Mentzelopoulos per la modica cifra di 72 milioni di Dollari.
I greci Mentzelopoulos, importanti azionisti di una famosa catena di supermercati, iniziarono subito un’importante opera di recupero degli antichi splendori dello Chateau. Questo significò enormi somme investite nei vigneti e nelle strutture di cantina.
Addirittura i mobili esistenti vennero sostituiti con pezzi d’antiquariato coevi alla costruzione.
Fu ingaggiato a dirigere la cantina Emile Peynaud e l’anno successivo, il 1978, Chateau Margaux diede l’idea di ciò che sarebbe potuto essere il suo potenziale dando finalmente alla luce un vino degno del blasone.
Purtroppo il 1980 verrà ricordato come l’anno più triste della gestione Mentzelopoulos.
André cessa di vivere ancor prima di vedere la sua proprietà completamente trasformata e tornata agli antichi splendori.
La moglie Laura e la figlia Corinne presero saldamente in mano le redini dell’azienda sostenute nel loro ambizioso progetto dall’immenso talento di Paul Pontallier, loro “mago” di cantina.
Il millesimo ’78 che segnò l’inversione di rotta aziendale, fu seguito da una serie incredibile di vendemmie talmente ben eseguite che portarono gli esperti di tutto il Mondo a considerare Chateau Margaux di quel decennio come il miglior esempio di vino della zona di Bordeaux.
A contribuire alla riuscita di questa impresa quasi disperata bisogna considerare tutta una serie di investimenti e di opere di riqualificazione del terreno e del vigneto che sono culminati nel 1982 con la costruzione di una nuovissima, immensa cantina sotterranea ultramoderna per concezione e struttura. L’unico particolare che fu mantenuto il più fedele alla tradizione è stato il sistema di vinificazione arcaico.
Il Margaux nuovo ciclo si caratterizza per una opulenta ricchezza della struttura, per il suo bouquet profondo, maestosamente complesso che spazia dal cassis maturo alla quercia vanigliata, alle note di spezie, alla violetta. Il vino si presenta inoltre, estremamente carico, ricco e tannico, molto diverso dai vini a cui ci aveva abituato Ginestet prima del 1977.
Nel 1992, a seguito del famoso Affaire Perrier, la famiglia Agnelli, nella figura dell’avvocato Gianni, diviene comproprietaria dell’azienda peraltro sempre gestita con puntiglio e competenza dalla figlia di André, Corinne.
Il 2002 vede la scomparsa dell’Avvocato Gianni Agnelli e, a distanza di pochi mesi dal decesso gli eredi dell’avvocato, anche per risanare le sorti dell’azienda di famiglia, la FIAT, decidono di metter in vendita il pacchetto azionario in loro possesso.
A scanso di equivoci, Corinne Mentzelopoulos riacquisisce le azioni di “casa sua”.
Oggi la sua famiglia è l’unica proprietaria di Chateau Margaux.
A conclusione mi piace segnalare che il pubblico dei grandi esperti mondiali di vino, quello che ha contrassegnato la vendemmia 1900 come la miglior annata di sempre di Chateau Margaux, stà iniziando a considerare la vendemmia 2000 come valida antagonista al primato. Dopo cento anni di dominio il 1900 comincia ad accusare i primi colpi di una vendemmia che ha dalla sua pochissimi mesi di commercializzazione.
CHATEAU MARGAUX 1977
La stagione 1977 è stata caratterizzata da una forte gelata in giorno di Pasqua che ha ridotto quantitativamente una raccolta che si presentava di per sé già modesta.
I mesi estivi furono piuttosto freddi e umidi; fortunatamente in settembre e ottobre il tempo migliorò decisamente e permise di raccogliere, seppur tardivamente, delle uve ben mature.
La vendemmia avvenne il 10 di ottobre!
Un millesimo, generalmente reputato mediocre, a Margaux diede sorprendentemente dei risultati eccellenti dal punto di vista della finezza e della concentrazione.
Un successo dovuto senz’altro alle modeste rese dei vigneti, ma soprattutto al fatto che nel mese di luglio André Mentzelopoulos aveva preso le redini dell’azienda coadiuvato dall’esperto Emile Peynaud, fortemente voluto dal nuovo proprietario.
Il vino si presenta di un colore straordinario.
Il ventaglio aromatico è ben evoluto,fine, complesso, moderatamente ricco.
Soave al palato, non eccessivamente potente e con una leggera nota ancora chiusa nel finale che predispone ad un miglioramento possibile con qualche anno di ulteriore affinamento.
Descrizione della bottiglia:
Eccellente lo stato di conservazione di questo flacone!
L’etichetta è praticamente come nuova; integra e perfettamente leggibile.
Anche il livello, posizionato all’attacco del collo a lambire la base inferiore del tappo, è più che soddisfacente.