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CHATEAU MOUTON ROTHSCHILD 1990

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Codice: 00000927
Categoria: Rossi esteri
Disponibilità:

1

Contenuto:
0,75 lt.
Confezione:
1
Questa tenuta , fino alla metà del Settecento era una parte di Château Lafite nonostante i vini fossero commercializzati separatamente dagli stessi proprietari, i Ségur.
La vera e propria divisione tra le proprietà avvenne all’inizio dell’Ottocento con la vendita dei terreni della tenuta di Mouton alla famiglia di De Branes.
In quel periodo il Baron Hector De Branes ebbe il merito di introdurre come vitigno prevalente il Cabernet-Sauvignon contribuendo ad elevare notevolmente la qualità dei vini prodotti.
Successivamente la proprietà passò nelle mani di Isaac Thuret di professione banchiere, il quale, a causa del suo disinteresse per questa tipologia di attività, fece retrocedere i vini prodotti al rango di Deuxième Cru nella storica classificazione del 1855.
Nel 1853, il Barone Nathaniel de Rothschild, appartenente al ramo inglese di questa potente famiglia acquistò la proprietà di Chateau Brane-Mouton al quale mutò il nome in Chateau Mouton Rothschild.
Fu nel 1920 che il Barone Henry De Rothschild affidò al figlio Philippe la gestione dell’azienda. Benché giovanissimo, Philippe dimostrò già da allora un grande interesse ed attaccamento alle sorti di Chateau Mouton Rothschild.
Nel 1922, il Barone Philippe de Rothschild, ammaliato dalla bellezza della proprietà e del territorio circostante , decise di effettuare l’opera della sua vita.
Due anni dopo, nel 1924, iniziò una pratica inusuale fino a quel momento, l’imbottigliamento integrale alla proprietà, sottraendosi così allo strapotere dei négociants.
Nel 1926 commissionò e fece costruire dall’architetto Charles Siclis, specializzato nelle progettazione e costruzione di teatri, la celeberrima Grand Chai, la Grande Cantina, luogo estremamente affascinante dove il Barone iniziò ad accogliere i suoi ospiti.
Il 1947 segnò un grande traguardo per il Barone Philippe, fu infatti l’anno in cui riuscì a completare l’acquisto di tutte le quote della società appartenenti, fino ad allora, ai suoi famigliari.
Nel 1945, anno della Liberazione, per commemorare tale evento, il Barone ebbe l’idea di coronare l’etichetta di questo millesimo con una grande V in segno di vittoria. Sarà questo l’inizio di un’appassionante e ricercata collezione di opere d’arte originali commissionate di anno in anno ad un celebre pittore del calibro di Mirò, Chagall, Braque, Picasso, Warhol, Delvaux, Bacon, Motherwell, ed altri ancora.
Nel 1973, dopo un’estenuante braccio di ferro, il Baron Philippe ottiene la revisione della classificazione che risaliva al 1855, e Mouton Rothschild, allora deuxième cru, accede ufficialmente e giustamente al rango di Premier Cru grazie ad un decreto firmato dall’allora ministro all’agricoltura Jacques Chirac.
Nel Gennaio del 1988 il Baron Edmond De Rothschild abbandona la vita terrena. Sarà sua figlia Philippine De Rothschild a prendere in mano le redini dell’azienda, ormai diventata un vero e proprio impero. Grazie alle sue indiscusse capacità e ad un’equipe ormai super collaudata diretta da Patrick Léon riuscirà certamente a mantenere alto il blasone aziendale se non addirittura a renderlo ancor più grande.
Una piccola curiosità: con molta probabilità all’origine del nome Mouton c’è la parola Motte che in francese significa zolla.
Questo Cru beneficia di condizioni naturali eccezionali, dalla qualità del sottosuolo alla esposizione ai raggi solari. Favolosamente ricco, concentrato e profondo, Mouton Rothschild entra meritatamente a far parte dei vini da leggenda.

CHATEAU MOUTON ROTHSCHILD 1990

Il 1990 si ricorderà come una vendemmia eccezionale sia come quantità, sia come qualità.
La seconda annata più calda dopo la storica 1947 e la più soleggiata dal 1949. Tutto questo ha portato alla vendemmia di uve eccezionalmente concentrate che hanno poi prodotto vini poco acidi ma con tannini vellutati e potenti.
Probabilmente a causa di queste impressionanti concentrazioni, Mouton Rothschild 1990 ancora oggi risulta essere chiuso, quindi duro e un poco spigoloso.
Bisognerà attendere con ogni probabilità ancora una decina di anni per poter iniziare a cogliere il potenziale che questo vino ancora non è riuscito ad esprimere.
Molti guru dell’enologia mondiale giudicano il vino prodotto in questa vendemmia mal riuscito, asserendo che non ci sarà mai lo sviluppo armonico dei tannini, altri lo giudicano addirittura poco concentrato con un potenziale d’invecchiamento estremamente ridotto.
Da parte mia noto, con il passare del tempo, un leggero ma costante e deciso miglioramento del prodotto tale da farmi affermare che questo millesimo di Mouton Rothschild offrirà tra alcuni anni delle sorprese agli scettici. Quando sarà perfetto alla beva, vuoi il tempo che è trascorso, vuoi la corsa al consumo per paura di vedere precipitare il vino in oggetto, l’offerta sul mercato sarà talmente scarsa che i prezzi di vendita schizzeranno inevitabilmente alle stelle premiando chi, con lungimirante visione della realtà, ha fatto incetta.

Descrizione della bottiglia:

Etichetta magnificamente conservata senza nessuna sbavatura.
Il livello del vino è quello d’origine, rasente il tappo che mantiene ancora una perfetta tenuta.
Capsula integra in ogni suo particolare.
Quest’anno è Francis Bacon (1909-1992) ad incaricarsi del dipinto in etichetta.
Appassionato di vino, forse dell’ebbrezza che questi può offrire, Bacon ha creato attorno ad un bicchiere una straordinaria ed inconsueta coreografia.