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La vera e propria divisione tra le proprietà avvenne all’inizio dell’Ottocento con la vendita dei terreni della tenuta di Mouton alla famiglia di De Branes.
In quel periodo il Baron Hector De Branes ebbe il merito di introdurre come vitigno prevalente il Cabernet-Sauvignon contribuendo ad elevare notevolmente la qualità dei vini prodotti.
Successivamente la proprietà passò nelle mani di Isaac Thuret di professione banchiere, il quale, a causa del suo disinteresse per questa tipologia di attività, fece retrocedere i vini prodotti al rango di Deuxième Cru nella storica classificazione del 1855.
Nel 1853, il Barone Nathaniel de Rothschild, appartenente al ramo inglese di questa potente famiglia acquistò la proprietà di Chateau Brane-Mouton al quale mutò il nome in Chateau Mouton Rothschild.
Fu nel 1920 che il Barone Henry De Rothschild affidò al figlio Philippe la gestione dell’azienda. Benché giovanissimo, Philippe dimostrò già da allora un grande interesse ed attaccamento alle sorti di Chateau Mouton Rothschild.
Nel 1922, il Barone Philippe de Rothschild, ammaliato dalla bellezza della proprietà e del territorio circostante , decise di effettuare l’opera della sua vita.
Due anni dopo, nel 1924, iniziò una pratica inusuale fino a quel momento, l’imbottigliamento integrale alla proprietà, sottraendosi così allo strapotere dei négociants.
Nel 1926 commissionò e fece costruire dall’architetto Charles Siclis, specializzato nelle progettazione e costruzione di teatri, la celeberrima Grand Chai, la Grande Cantina, luogo estremamente affascinante dove il Barone iniziò ad accogliere i suoi ospiti.
Il 1947 segnò un grande traguardo per il Barone Philippe, fu infatti l’anno in cui riuscì a completare l’acquisto di tutte le quote della società appartenenti, fino ad allora, ai suoi famigliari.
Nel 1945, anno della Liberazione, per commemorare tale evento, il Barone ebbe l’idea di coronare l’etichetta di questo millesimo con una grande V in segno di vittoria. Sarà questo l’inizio di un’appassionante e ricercata collezione di opere d’arte originali commissionate di anno in anno ad un celebre pittore del calibro di Mirò, Chagall, Braque, Picasso, Warhol, Delvaux, Bacon, Motherwell, ed altri ancora.
Nel 1973, dopo un’estenuante braccio di ferro, il Baron Philippe ottiene la revisione della classificazione che risaliva al 1855, e Mouton Rothschild, allora deuxième cru, accede ufficialmente e giustamente al rango di Premier Cru grazie ad un decreto firmato dall’allora ministro all’agricoltura Jacques Chirac.
Nel Gennaio del 1988 il Baron Edmond De Rothschild abbandona la vita terrena. Sarà sua figlia Philippine De Rothschild a prendere in mano le redini dell’azienda, ormai diventata un vero e proprio impero. Grazie alle sue indiscusse capacità e ad un’equipe ormai super collaudata diretta da Patrick Léon riuscirà certamente a mantenere alto il blasone aziendale se non addirittura a renderlo ancor più grande.
Una piccola curiosità: con molta probabilità all’origine del nome Mouton c’è la parola Motte che in francese significa zolla.
Questo Cru beneficia di condizioni naturali eccezionali, dalla qualità del sottosuolo alla esposizione ai raggi solari. Favolosamente ricco, concentrato e profondo, Mouton Rothschild entra meritatamente a far parte dei vini da leggenda.
CHATEAU MOUTON ROTHSCHILD 1991
Il 1991 verrà ricordato come un millesimo intermedio con scarsa quantità d’uva in vendemmia.
Furono infatti le terribili gelate primaverili che misero a dura prova i vigneti Bordolesi devastati da questa vera e propria calamità naturale che rallentò il germogliamento delle piante.
Per contro, a questo periodo disastroso, fece seguito una buona estate, ma, un Settembre capriccioso e caratterizzato da insistenti e forti piogge, non permise la perfetta maturazione delle uve.
Fu per questo motivo che numerose aziende declassarono i loro prodotti.
I vini si presentavano piacevoli, abbastanza eleganti, ma poco concentrati.
Nonostante ciò, nelle zone di Pauillac, Saint Estèphe e Saint Julien, il livello qualitativo del prodotto finale fu decisamente soddisfacente.
Non così, invece, per le quantità.
Mouton Rothschild 1991 si propone con colore rosso porpora mediamente concentrato.
Il profumo è promettente e complesso, tipico della zona di Pauillac, con ricordi di grafite, di noce moscata e di ribes maturo.
Questa iniziale ricchezza di profumi è un poco penalizzata da un eccesso di tannini e da una nota finale piuttosto dura che dovrebbe ingentilirsi con il tempo.
Descrizione della bottiglia:
Magnificamente conservato, questo Mouton del 1991, vede la propria etichetta affidata al maestro Giapponese Setsuko.
Quest'ultimo, Giapponese di nascita ma cittadino d'Europa da lungo tempo, con la sua pittura è riuscito a riprodurre il quotidiano con una nota aggiuntiva di leggerezza e di grazia armoniosa come è nella tradizione degli artisti del Paese del Sol Levante.
In questa etichetta ritroviamo oggetti di uso quotidiano e famigliare che richiamano, come d'abitudine, il magico mondo del vino.
La Baronessa non dichiara più in etichetta in numero di bottiglie prodotte.
Livello e capsula, come è logico aspettarsi, sono come da origine, intonsi.
Sul retro della bottiglia una simpatica controetichetta che racconta in breve la storia dello Chateau e qualche informazione sommaria sull'artista autore dell'opera in etichetta principale.