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In quel periodo gli ettari di superficie vitati erano solo cinque, ma negli anni aumentarono, assieme all’espansione dell’azienda, fino ad arrivare agli attuali 8 ettari di proprietà, più altri 2 gestiti in affitto.
Anche i metodi di produzione si sono giustamente evoluti negli anni, sia in vigna che in cantina, per ottenere un vino sempre più genuino, complesso e di grande espressione territoriale.
L’ampliamento ed il rinnovo dei vigneti, che in passato avevano una densità d’impianto di 3.000 ceppi per ettaro, con una produzione di 70q/ha, ha portato ad un aumento della densità d’impianto a 6.000-8.000 ceppi per ettaro, con una produzione di 35q/ha.
Prodotti chimici, fitosanitari sintetici, fertilizzanti, insetticidi, normalmente utilizzati in vigna in passato, sono stati abbandonati, come in cantina i lieviti selezionati, il controllo della temperatura, l’uso abbondante di solfiti e la filtrazione.
Oggi, come antiparassitari, vengono utilizzati unicamente rame e zolfo e tutte le viti sono allevate a Gujot.
In cantina la fermentazione avviene in barriques, botti e tini, i quali vengono utilizzati per la macerazione anche di uve a bacca bianca.
Grazie al contatto del mosto con le bucce, la fermentazione si attiva spontaneamente e la presenza di tannini prodotti dalla macerazione, antiossidanti naturali, consente l’utilizzo in quantità molto inferiori di solfiti.
La produzione annua aziendale si assesta in un range che oscilla dalle 18.000 alle 25.000 bottiglie.
COLLIO ROSSO DELLA CASTELLADA 1999 LA CASTELLADA
Grande rosso della tradizione friulana ottenuto grazie ad un sapiente blend di uve Merlot per l’ 85% e Cabernet-Sauvignon per il restante 15%, provenienti da vigneti la cui età media oscilla dai 20 ai 53 anni..
L’affinamento viene effettuato per un anno in barriques, due anni in botte grande, un anno in acciaio e ben due anni in bottiglia prima della messa in vendita.
Vino superbo dal colore rosso granato.
Al naso si apre con sentori netti di confettura, cui si associano sensazioni di fiori appassiti, di agrumi, chiodi di garofano e terreno bagnato.
Al palato i tannini sono ben evidenti sebbene equilibrati; il ricordo della frutta fresca è in primo piano ed in stretto connubio con il calore della glicerina che arrotonda, nel finale, la degustazione di questo muscoloso rosso del Collio.