registrati per vedere il prezzo
Codice: 00001999
Categoria: Rossi italiani
Disponibilità:
1
Contenuto:
0,75lt.
Confezione:
Bottiglia
Località: Italia-Toscana
Produttore:
Masseto srl Castagneto Carducci
Sognavo di fare il mio vino, e sognavo di farlo in America. Fu li che incontrai un enologo russo, Andrè Tchelitcheff, il padre dell’enologia californiana di qualità e grande esperto di vini francesi, che mi ha convinto a tornare in Italia. E nacque Ornellaia.
Comincia così il racconto del Marchese Lodovico Antinori, che a Bolgheri realizza il suo sogno, e che proprio gli americani, quei Mondavi un tempo così amici, ora gli hanno strappato dalle mani. E continua: Ornellaia è nata dalla mia necessità di avere un coinvolgimento totale in un progetto vinicolo.
Lodovico convinse l’ormai ottantenne Andrè Tchelitcheff a seguirlo in Italia e giocò sporco. Gli fece assaggiare il Sassicaia dello zio Mario, e Andrè si entusiasmò, aiutò il giovane marchese a costruire finalmente il suo vigneto a Bolgheri perché, era da starne certi, Sassicaia non era solo un esperimento ben riuscito, ma la dimostrazione che quella terra era una grande promessa per il vino. Negli anni ottanta nasce la Vigna Vecchia, con l’aiuto di un anziano direttore agricolo della Famiglia Antinori, e si piantano le prime vigne di merlot.
Andrè girava nel podere, annusava la terra, ne sentiva il calore della sera e l’umidità della mattina, e decideva. Poi si fece affiancare da giovani enologi, perché lui, anziano, riusciva a venire in Italia solo una volta l’anno, in primavera. Il primo fu un fiorentino, Federico Staderini, poi l’irrequieto Ludovico trovò addirittura in Ungheria un giovane talento, un certo Tibor Gai che lo seguì per parecchi anni.
Stravaganze, forse, ma l’enologo funzionò, e parlando russo con Andrè, poi francese, quando finalmente lo imparò, con Michel Rolland, il più celebrato enologo di Bordeaux, l’ungherese Tibor Gai contribuì alla realizzazione del sogno.
Fu una scommessa come tutta l’operazione Ornellaia, continua Lodovico, ho scommesso sull’intuito che mi ha spinto ad investire su un terreno snobbato da tutti, ho scommesso sui collaboratori e su di me. L’inizio fu abbastanza stentato, era difficile gestire la vigna, erano difficili le vinificazioni, con pochi mezzi e scarse conoscenze. Addirittura all’inizio non c’era una cantina. Continuò ad impiantare nuovi vigneti, con uno sguardo attento a quello che avveniva in Francia. Ed arrivarono le vendemmie dell’85 e dell’88 che gli infusero coraggio e gli regalarono credibilità.
Il resto della storia è nel vino e nelle pieghe dell’alta finanza.
intervista tratta da Gambero Rosso n° 124 del Maggio 2002
Sulla costa centrale della Toscana, nella terra che vide lo splendore degli Etruschi e respirò l’arte del Carducci, sorgono Bolgheri e la vicina Tenuta dell’Ornellaia rinomata per la produzione di vino e olio.
Tra basse colline puntellate di cipressi e profumi mediterranei, tra rifugi di uccelli migratori e boschi che conducono dolcemente al mare, sorge un paradiso naturale ricco di vitigni, ulivi e frutti che saziano l’olfatto e il palato.
Era il 1981 quando fu deciso di creare, in questo splendido e selvaggio angolo della Toscana, la Tenuta dell’Ornellaia.
Fin dal primo giorno l’obiettivo è stato quello di diventare culla di un vino d’eccellenza.
Da allora, passione e dedizione, un terroir unico e lo straordinario microclima hanno portato le sue etichette di gran pregio a numerosi successi ed il suo nome a essere annoverato tra le più importanti case vinicole del mondo.
Ben 192 ettari sono l’estensione della Tenuta, tra vigneti e cantina situati all’Ornellaia e l’adiacente terreno di Bellaria, a nord-ovest di Bolgheri.
Un’area ricca e variegata, che grazie a una combinazione di terroir alluvionali, vulcanici e marini, contribuisce a dare vita al Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot d’eccellenza.
MASSETO 2020 TOSCANA IGT MASSETO SRL
Masseto 2020, 34ª vendemmia.
La stagione 2020 è stata caratterizzata da un inverno mite, una primavera con precipitazioni nella norma e un’estate calda e secca.La vendemmia di Masseto è stata effettuata a metà settembre dopo benefiche piogge che hanno abbassato le temperature con nette escursioni termiche. “La raccolta” spiega Gaia Cinnirella, enologa e cellar master di Masseto, “si è svolta sempre nelle prime ore del mattino per preservare al massimo la freschezza delle uve e si è conclusa il 16 settembre”. Il risultato traduce ancora una volta nel calice l’essenza dell’eleganza di questo luogo unico.
Una volta raccolti e selezionati con tanta cura e savoir-faire, i chicchi vengono accolti nella cantina che, oltre ad essere un’architettura dalla geometria emozionante, offre condizioni ideali per la trasformazione di questi frutti generosi della natura in bottiglie di raro pregio.
Masseto 2020 è un vino che ha colto tutti i tratti della sua annata, a partire dall’elegante concentrazione.
Colore rosso rubino intenso. Il bouquet aromatico è un incontro di sensazioni olfattive che vibrano all’unisono creando una melodia di grande pregio. Mirtilli, more e bacche di bosco compongono la sinfonia fruttata, alla quale si aggiungono note più gravi di spezie dolci, cacao, vaniglia e tartufo.
Al naso è potente e si esprime con bellissima lunghezza e balsamicità, una sintesi calibrata degli elementi caratterizzanti, un incontro millimetrico tra struttura e raffinatezza, tra morbidezza e freschezza, tra tannino e dotazione alcolica. La nota fruttata guida il sorso e lo spinge fino ad un finale di grande lunghezza e persistenza.
Comincia così il racconto del Marchese Lodovico Antinori, che a Bolgheri realizza il suo sogno, e che proprio gli americani, quei Mondavi un tempo così amici, ora gli hanno strappato dalle mani. E continua: Ornellaia è nata dalla mia necessità di avere un coinvolgimento totale in un progetto vinicolo.
Lodovico convinse l’ormai ottantenne Andrè Tchelitcheff a seguirlo in Italia e giocò sporco. Gli fece assaggiare il Sassicaia dello zio Mario, e Andrè si entusiasmò, aiutò il giovane marchese a costruire finalmente il suo vigneto a Bolgheri perché, era da starne certi, Sassicaia non era solo un esperimento ben riuscito, ma la dimostrazione che quella terra era una grande promessa per il vino. Negli anni ottanta nasce la Vigna Vecchia, con l’aiuto di un anziano direttore agricolo della Famiglia Antinori, e si piantano le prime vigne di merlot.
Andrè girava nel podere, annusava la terra, ne sentiva il calore della sera e l’umidità della mattina, e decideva. Poi si fece affiancare da giovani enologi, perché lui, anziano, riusciva a venire in Italia solo una volta l’anno, in primavera. Il primo fu un fiorentino, Federico Staderini, poi l’irrequieto Ludovico trovò addirittura in Ungheria un giovane talento, un certo Tibor Gai che lo seguì per parecchi anni.
Stravaganze, forse, ma l’enologo funzionò, e parlando russo con Andrè, poi francese, quando finalmente lo imparò, con Michel Rolland, il più celebrato enologo di Bordeaux, l’ungherese Tibor Gai contribuì alla realizzazione del sogno.
Fu una scommessa come tutta l’operazione Ornellaia, continua Lodovico, ho scommesso sull’intuito che mi ha spinto ad investire su un terreno snobbato da tutti, ho scommesso sui collaboratori e su di me. L’inizio fu abbastanza stentato, era difficile gestire la vigna, erano difficili le vinificazioni, con pochi mezzi e scarse conoscenze. Addirittura all’inizio non c’era una cantina. Continuò ad impiantare nuovi vigneti, con uno sguardo attento a quello che avveniva in Francia. Ed arrivarono le vendemmie dell’85 e dell’88 che gli infusero coraggio e gli regalarono credibilità.
Il resto della storia è nel vino e nelle pieghe dell’alta finanza.
intervista tratta da Gambero Rosso n° 124 del Maggio 2002
Sulla costa centrale della Toscana, nella terra che vide lo splendore degli Etruschi e respirò l’arte del Carducci, sorgono Bolgheri e la vicina Tenuta dell’Ornellaia rinomata per la produzione di vino e olio.
Tra basse colline puntellate di cipressi e profumi mediterranei, tra rifugi di uccelli migratori e boschi che conducono dolcemente al mare, sorge un paradiso naturale ricco di vitigni, ulivi e frutti che saziano l’olfatto e il palato.
Era il 1981 quando fu deciso di creare, in questo splendido e selvaggio angolo della Toscana, la Tenuta dell’Ornellaia.
Fin dal primo giorno l’obiettivo è stato quello di diventare culla di un vino d’eccellenza.
Da allora, passione e dedizione, un terroir unico e lo straordinario microclima hanno portato le sue etichette di gran pregio a numerosi successi ed il suo nome a essere annoverato tra le più importanti case vinicole del mondo.
Ben 192 ettari sono l’estensione della Tenuta, tra vigneti e cantina situati all’Ornellaia e l’adiacente terreno di Bellaria, a nord-ovest di Bolgheri.
Un’area ricca e variegata, che grazie a una combinazione di terroir alluvionali, vulcanici e marini, contribuisce a dare vita al Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot d’eccellenza.
MASSETO 2020 TOSCANA IGT MASSETO SRL
Masseto 2020, 34ª vendemmia.
La stagione 2020 è stata caratterizzata da un inverno mite, una primavera con precipitazioni nella norma e un’estate calda e secca.La vendemmia di Masseto è stata effettuata a metà settembre dopo benefiche piogge che hanno abbassato le temperature con nette escursioni termiche. “La raccolta” spiega Gaia Cinnirella, enologa e cellar master di Masseto, “si è svolta sempre nelle prime ore del mattino per preservare al massimo la freschezza delle uve e si è conclusa il 16 settembre”. Il risultato traduce ancora una volta nel calice l’essenza dell’eleganza di questo luogo unico.
Una volta raccolti e selezionati con tanta cura e savoir-faire, i chicchi vengono accolti nella cantina che, oltre ad essere un’architettura dalla geometria emozionante, offre condizioni ideali per la trasformazione di questi frutti generosi della natura in bottiglie di raro pregio.
Masseto 2020 è un vino che ha colto tutti i tratti della sua annata, a partire dall’elegante concentrazione.
Colore rosso rubino intenso. Il bouquet aromatico è un incontro di sensazioni olfattive che vibrano all’unisono creando una melodia di grande pregio. Mirtilli, more e bacche di bosco compongono la sinfonia fruttata, alla quale si aggiungono note più gravi di spezie dolci, cacao, vaniglia e tartufo.
Al naso è potente e si esprime con bellissima lunghezza e balsamicità, una sintesi calibrata degli elementi caratterizzanti, un incontro millimetrico tra struttura e raffinatezza, tra morbidezza e freschezza, tra tannino e dotazione alcolica. La nota fruttata guida il sorso e lo spinge fino ad un finale di grande lunghezza e persistenza.