1
Un mix di condizioni così particolare che fa della viticoltura dell’Etna un laboratorio naturale al servizio dell’eccellenza.
Su un totale di 50 ettari spalmati sui versanti del quadrante nord del vulcano, con vigneti esposti su ampi terrazzamenti ma anche sui fianchi di antiche sciare di lava, Firriato ha sviluppato un progetto di recupero e di valorizzazione unico in tutto il territorio dell’Etna.
Un vigneto prefillossera, un antico casale con due palmenti seicenteschi, e vigneti che salgono le pendici su altezze variabili, dai 650 sino a oltre i 950 metri sul livello del mare.
I terreni, all’ordine degli andisuoli (l'ordine degli Andisol è uno dei dodici ordini della tassonomia del suolo secondo USDA. L'etimologia deriva dal giapponese an do che significa "suolo nero"), con una concentrazione di silicio superiore al 60%, sono eccezionalmente porosi, e le rocce basaltiche del substrato pedologico garantiscono, col cosiddetto effetto spugna, un costante rifornimento d’acqua alle piante.
Qui, grazie anche alle importanti escursioni termiche tra giorno e notte e all’umidità, il grande valore enologico del vulcano sprigiona tutta la sua silenziosa energia, che si manifesta nei suoi figli prediletti: il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Catarratto e il Carricante.
È da queste uve che, successivamente, nascono vini eleganti e ricercati come il Gaudensiuns, il cru Cavanera Rovo delle Coturnie e il cru Cavanera Ripa di Scorciavacca.
SIGNUM AETNAE ETNA ROSSO RISERVA DOC 2014 FIRRIATO
Nei vigneti della tenuta di Cavanera Etnea c’è un tesoro raro e prezioso: un vigneto prefillossera.
Lungo il profilo della sciara, si estende la parte più antica di questa vigna delle meraviglie, con piante straordinarie per forma, dimensione, forza vitale.
Si distinguono da tutte le altre per la formazione del tronco, spesso evoluto in cerchi concentrici, spire e braccia contorte.
Creature che il tempo ha forgiato portandole a noi, cariche di storia eppure vitali, tenaci, fruttifere.
Sono a piede franco, alcune precedono la stessa comparsa della Fillossera ai primi del novecento.
Sono esseri straordinari.
Non sono semplicemente viti, piante, ma fiere sculture della natura, in cui è ancora viva la memoria atavica di chi le piantò, un vero e proprio museo a cielo aperto, dov’è possibile ricostruire la storia della viticultura etnea.
Studiarle da vicino è un privilegio unico, non c’è solo la storia della viticultura e dell’enologia mediterranea, c’è di più: una fonte inesauribile di informazioni riguardanti l’andamento del clima, delle annate, di ciò che la singola pianta ha visto e vissuto.
Proprio per questo sia l’Università di Palermo che il Consiglio Nazionale delle Ricerche le tengono costantemente sotto osservazione.
Nello specifico il CNR sta ricostruendo il genotipo di queste piante, al fine di mapparne il DNA, mentre il Dipartimento di Scienze Agrarie ha effettuato la datazione, confermando che alcuni di questi splendidi esemplari precedono l’arrivo della fillossera sull’Etna.
Nello specifico, l’analisi dendrocronologica del legno svolta dall’Università di Palermo, ha stabilito l’età del vigneto, stimandola in 140 anni!
Proteggerle e tenerle in produzione è l’impegno più sacro e più sentito da Firriato.
Al fine di preservare questo patrimonio storico, culturale ed antropologico, l’azienda ha intrapreso da tempo un altro importantissimo progetto: quello di preservare il germoplasma e quindi il DNA di queste piante con la tecnica della propaggine al fine di garantire la continuità genetica del vigneto rendendolo di fatto immortale.
In questo modo, dalle viti più antiche, si generano nuove piante, che portano con loro il patrimonio enologico e storico di questo vigneto.
Etna Rosso Riserva, Signum Aetenae, il nuovo cru della famiglia Di Gaetano, è destinato a diventare un Super Etna, non solo per l’esiguo numero di bottiglie prodotte (3500), ma per la capacità di restituire il concetto di complessità e di eleganza che l’Etna è oggi in grado di affermare.
Dalla vendemmia 2014, operata selettivamente nel vigneto prefillossera di Cavanera, queste bottiglie costituiscono un piccolo tesoro da custodire nel tempo.
Ottenuto da uve prevalentemente di Nerello Mascalese, più altre sporadiche varietà reliquia; vino di rara levatura, complessità ed eleganza.
Fa due anni pieni in tonneaux di legno a grana fine lungamente stagionato proveniente dalle più importanti foreste francesi, per poi trascorrere 18 mesi in bottiglia prima di raggiungere il mercato.
Una vera chicca per intenditori.