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TRENTO DOC BRUT CLASSICO BLANC DE BLANC MILLESIMATO 2020 PISONI

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Codice: 00000581
Disponibilità:

6

Contenuto:
0.750 lt.
Confezione:
Bottiglia
Località: Italia-Trentino
Le origini della Distilleria F.lli Pisoni si perdono un po’ nella notte dei tempi, dato che la tradizione vitivinicola è da sempre portata avanti dalle numerose generazioni dei Pisoni, che si sono succedute negli anni. Vi sono notizie risalenti ai tempi del Concilio di Trento (1545-1563) che parlano di un certo Carlo Antonio Pisoni, fornitore ufficiale di vini ed acquaviti presso la corte dell’allora Principe Arcivescovo Cardinale Cristoforo Madruzzo.
Baldessare Pisoni (1850-1913) sposa nel 1876 la moglie Angela Poli (morta nel 1925). Passano sereni i primi anni del 900. Siamo negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Nubi minacciose stanno avvicinandosi.
Il 28 luglio 1914 l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia. Il 31 luglio segue l’ordine di mobilitazione generale dell’esercito e della leva di massa. La famiglia di Baldessare Pisoni è occupata per la fienagione a Lagolo.
Baldessare morì poco prima della grande guerra e nel 1914 tutti e sette i figli maschi vennero chiamati al fronte per combattere con l’esercito austroungarico. Partirono così per la guerra don Luigi (1877-1950), Giuseppe (1880-1960), Francesco (1882-1948), Biagio (1885-1961), Eugenio (1887-1914 caduto al fronte), don Vittorio (1891-1967), Oreste (1894-1973) e Giulio (1895-1973). Vennero richiamati al fronte – in quanto anch’essi iscritti alla leva obbligatoria – anche i due cavalli Derna e Tripoli.
A Lasino, nella grande casa patriarcale dei Pisoni, restano solo due donne: la mamma Angelina e l’unica figlia Maria (1879-1952 “la zia Maria”), che non si sposò mai e rimase sempre al fianco ai fratelli sacerdoti. Anche le due donne combattono la loro battaglia. Non si scoraggiano. Maria impara subito a maneggiare l’altro cavallo rimasto, a governare il bestiame, a dirigere i collaboratori che nel frattempo avrà dovuto assumere. Si è dovuto provvedere alla vendemmia, alla raccolta del granoturco, delle patate, delle rape. E la guerra non finisce…
Viene la primavera. Si deve pensare alle semine, ai bachi da seta e ancora ai raccolti, alla vendemmia, a fare la grappa, che allora si chiamava “acquavita”. E così un anno, poi un altro anno, un altro ancora… per quattro anni. L’acquavita era allora ritenuta così importante che l’imperatore Francesco Giuseppe “graziosamente” concedeva ai sui sudditi di produrla liberamente per uso familiare senza pagare le tasse.
Nel novembre 1918 la guerra finisce. Anche a Lasino la notizia viene accolta con grande gioia. La vita, pian piano, può riprendere al sua normalità.
Tornano dal fronte non più otto bensì sette maschi della famiglia di Baldessare Pisoni. Eugenio è rimasto per sempre disperso in Galizia. Sarà atteso invano per anni nell’illusione di una sua prigionia in Russia.
E, con la pace sopravvenuta, i fratelli Pisoni affrontano, ognuno secondo la propria vocazione e professionalità, una nuova vita.
Spetta ai fratelli Oreste e Giulio proseguire la strada, avviata dai loro avi, nel settore agricolo.

Gli anni che seguono la prima guerra mondiale vedono svilupparsi ai Masi di Lasino un nuovo impegno agricolo per i fratelli Oreste e Giulio Pisoni.
La guerra ha inciso profondamente nell’animo dei due giovani montanari. Partiti giovani per il duro conflitto, ritornano uomini fatti.
C’è un grande lavoro che aspetta Oreste e Giulio. Si tratta di rimettere in sesto un’azienda agricola per molto tempo necessariamente trascurata.
Diventano preziose anche le nuove tecnologie imparate durante la frequentazione della Scuola Agraria di S. Michele all’Adige, prima di essere chiamati alle armi. Si lavora dapprima nell’azienda agricola di Lasino. Ci si dedica alla campagna, ai vigneti, alla stalla. Si ristruttura la cantina e la piccola distilleria. Ma molto impegno viene pure rivolto alla proprietà agricola esistente ai Masi di Lasino (ora Pergolese). Oreste e Giulio scendono quotidianamente di buon mattino a “Sarca” per risalire alla sera a Lasino assieme ad una numerosa brigata di altri contadini.
Nell’anno 1926 Oreste di sposa con Bianca Pisoni di Calavino; Giulio nel 1927, con Erminia Segalla di Vigne di Arco. Nel corso del 1927 avviene il definitivo trasferimento ai Masi di Lasino. Le due famiglie di Oreste e Giulio vanno ad abitare nell’antico nucleo abitativo, accanto alla montagna, opportunamente ristrutturato.
Nella vita di Oreste e Giulio particolare rilievo assume la grande crisi economica del 1929. In una prima fase di deflazione, di fronte da acquisti di materie prime a determinati prezzi, e investimenti in strutture, si riscontrano prezzi per i prodotti finiti in continuo ribasso. I conti non tornano. Nessuno compra niente, perché tutti sono senza soldi. La sopravvenuta fase di inflazione nell’ambito della crisi migliora le cose. Ed anche i debiti, un po’ alla volta, sono pagati.
La grande crisi passa e la vita nell’azienda Pisoni ritorna alla normalità. L’azienda, da sempre unitaria, man mano che cresce, trova delle sue naturali ed accentuate diversificazioni: coltivazione della campagna, cantina, distillazione. Ogni componente della famiglia Pisoni è in grado di interagire a livello di ogni settore. È la grande forza dell’azienda. Per Oreste rimane privilegiata l’attività agricola; per Giulio l’attività legata alla gestione aziendale nei suoi aspetti più propriamente amministrativi, soprattutto per quelli riferiti ai settori della cantina e della distilleria.
Alla seconda guerra mondiale, iniziata con l’invasione della Polonia da parte di Hitler il 1° settembre 1939 e per l’Italia con la dichiarazione di guerra ad Inghilterra e Francia il 10 giugno 1940, i Pisoni di Masi di Lasino non sono chiamati. Oreste e Giulio sono già anziani ed i figli ancora troppo giovani. 
Durante la seconda guerra sono sei i figli di Oreste: Angela, Lucilla, Vittorina, Gino, Franco, Lodovica.
Nascerà più tardi Cecilia. Quattro i figli di Giulio: Enrica, Arrigo, Vittorio e Giulia. Le due famiglie convivono sotto lo stesso tetto ed a mezzogiorno e alla sera si trovano riunite attorno ad un unico tavolo.
Arrigo, allora bambino, si ricorda con lucidità il via vai di carri e carretti di vinacce trainati da cavalli, muli o buoi e la disperazione e rabbia di papà Giulio e dello zio Oreste nel vedersi arrivare da ogni dove, soprattutto dalla Giudicarie piccole partite di vinacce, secche o ammuffite, marce o acescenti che questi poveri produttori consegnavano alle distillerie autorizzate.
Nonostante il duro periodo di guerra, la vita nella famiglia Pisoni di Giulio e Oreste trascorre abbastanza serena. Non c’è fame, ma nemmeno abbondanza. La polenta regna sovrana. Talvolta i bombardieri anglo americani sorvolano la zona per sganciare il loro carico di morte. Per precauzione si costruisce nella roccia, accanto alla distilleria, un piccolo rifugio antiaereo. Diventerà, anni dopo, una cantina ampia e fresca, ideale per lo spumante.
Nascono, fra cugini e fratelli, naturali affinità nel campo della scuola, del lavoro, dei giochi. In particolare fanno coppia stabile Gino ed Arrigo. Moltissimi i loro interessi in comune. Saranno sempre insieme nella scuola, nel lavoro, nella professione.

È il 1932 l’anno di nascita di Gino e Arrigo. Frequentano la scuola elementare a Masi di Madruzzo (così si chiamava allora Masi di Lasino) e a Condino, ospiti dello zio don Luigi. Vittorio il terzogenito di Giulio, nasce nel 1935.
Qualche anno dopo, per Gino, Arrigo e Vittorio, inizia la frequenza alla Scuola Agraria di S. Michele all’Adige.
Termineranno la scuola agraria Gino ed Arrigo nel 1949, Vittorio nel 1954.
Inizia un’intensa campagna di riordino degli impianti degli alberi da frutto e dei vigneti. Nascono i primi frutteti e vigneti specializzati. Vengono eliminate le vecchie qualità di viti, con la produzione di nuove tipologie. Si fa spazio al Cabernet, al Merlot, allo Chardonnay, allora chiamato Borgogna giallo. 
Si studiano e si preparano nuovi prodotti. Si incomincia ad imbottigliare il vino, che fino ad allora veniva solamente venduto sfuso. Nascono nuovi tipi di grappe e di acquaviti. Si rinnovano confezioni ed imballaggi.
La distilleria viene rinnovata nel 1935 e per quei tempi era modernissima. Completamente in rame, a fuoco diretto naturalmente, era dotata di colonna di rettifica e contatore. Si poteva quindi distillare quanto e quando si voleva ed in una sola volta.
Prima era all’interno della cantina ed era a “quota giornaliera”.
La vecchia distilleria verrà ristrutturata e ampliata nell’anno 1968 nel corso dei lavori per la realizzazione di un silos e di altri locali di servizio.
Nel corso degli anni ‘60 si verifica un ulteriore rilancio dell’azienda. Le nuove leve, Gino, Arrigo e Vittorio, con mansioni sempre più precise ed ampie, contribuiscono al rilancio.
Le nozioni e le esperienze, acquisite nel corso della comune frequentazione della Scuola Agraria di S. Michele vengono proficuamente utilizzate. E, come avvenuto in passato con i genitori, la nuova gestione aziendale dei tre imprenditori viene a caratterizzarsi da una diversificazione delle mansioni, pur rimanendo intatta per ognuno dei tre la capacità di interagire a livello di ogni settore: campagna, cantina, distilleria. È la filosofia che da sempre presiede l’attività dell’azienda e che dà forza alla stessa.
Gino pertanto si cura principalmente dei vigneti e dei frutteti; Arrigo della distilleria; Vittorio dei clienti, dei trasporti e delle consegne della merce.
Vengono abbandonate le attività zootecniche, le colture cerealicole e quelle foraggiere.

A cavallo tra gli anni novanta e primi anni duemila sono i due figli di Arrigo (ancora presente in azienda) Elio e Giuliano, assieme ai due figli di Vittorio, Andrea e Francesco, a prendere in mano le redini dell’azienda.
Durante i primi anni duemila l’azienda subisce una radicale trasformazione sotto il punto di vista delle strutture.
Nel 2004 viene inaugurata la nuova distilleria e, con l’occasione, si festeggiano i 150 anni dell’azienda. Un traguardo importante per la famiglia Pisoni, ma soprattutto un nuovo punto di partenza: un radicale rinnovamento degli impianti di distillazione, collocati nella nuova ala aziendale, frutto dell’ampliamento del capannone esistente. Il nuovo e moderno impianto permette di elevare ulteriormente la qualità delle grappe prodotte ed i quantitativi di vinacce distillate.
Tutti e quattro i giovani Pisoni hanno conseguito un diploma di laurea e maturato esperienze lavorative e di studio all’estero.
Ognuno oggi è presente con un suo specifico ruolo in azienda.
Elio, laureato in economia e commercio, segue la parte amministrativa ed il settore del commercio estero.
Giuliano, laureato in ingegneria dei materiali, si occupa della parte legata alla produzione di grappe, liquori e distillati e cura tutta la struttura produttiva, dalla distilleria, alle linee di imbottigliamento, al parco mezzi aziendale.
Andrea, laureato in Scienze e tecnologie alimentari, è il responsabile del settore Spumanti; sotto la sua guida attenta e competente nascono gli spumanti metodo classico Pisoni Trento doc.
Francesco, laureato in Psicologia cognitiva applicata, si occupa di tutta la parte commerciale Italia.
Negli ultimi anni sono stati creati nuovi prodotti.


TRENTO DOC BRUT CLASSICO BLANC DE BLANC MILLESIMATO 2020 PISONI

Ottenuto dalle uve Chardonnay, coltivate a media collina, raccolte e vinificate direttamente dai Pisoni nel pieno rispetto del Metodo Classico a rifermentazione in bottiglia.
Maturazione sui lieviti oltre i 24 mesi.
Si presenta di un bel colore giallo paglierino chiaro e luminoso e con un perlage fine e persistente.
Al naso è fine, ampio, immediato: note fruttate si susseguono intercalate da sensazioni floreali e si termina verso un’aromaticità derivata dal lungo periodo di contatto fra vino e lievito.
Al palato si percepisce la notevole struttura ben supportata da una decisa freschezza.
Finale persistente dal retrogusto dolceamaro.