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Mentre del vigneto si hanno notizie certe da moltissimi anni, del castello attuale, invece le informazioni risalgono ad un periodo molto più recente. Basti pensare che la parte più antica della costruzione risale al XV° secolo.
Nel 1993, a Yquem si sono festeggiati i quattro secoli di continuità famigliare.
Fu l’otto di Dicembre del 1593, con un semplice passaggio di proprietà, che Jaques de Sauvage, acquistò la Maison appellée Yquem…, fino ad allora di proprietà della “Couronne”.
Dall’albero genealogico della famiglia Lur Saluces, tre sono i rami che dobbiamo tenere in considerazione:
I Lur, i Saluces, ed i Sauvages.
I documenti ritrovati negli archivi aziendali, ci consentono di risalire nella storia della famiglia sino all’anno 990.
La stirpe dei Lur trae le sue origini in Franconia (Fruin de Lur visse nel 990 in Limousin), mentre i Saluces giunsero dal marchesato di Saluces in Piemonte.
Nel periodo in cui regnò Luigi XVI°, esattamente nel 1785, la proprietà di Yquem divenne della famiglia Lur-Saluces in conseguenza del matrimonio tra ”La Dame d’Yquem”, Francoise Josephine de Sauvage e Louis Amédée de Lur Saluces, l’allora Colonnello dei Dragoni di Francia, figlio di Luigi XV° e di Madame Victoire de France.
Rimasta vedova nel 1788, la Dame d’Yquem diede a questo territorio un impulso ed una cura particolari che i suoi discendenti riuscirono a mantenere nel corso dei secoli successivi.
Nel periodo che intercorse tra il dominio di Luigi XV° e Napoleone III°, passando attraverso la rivoluzione, questa antenata degli attuali proprietari, messa a dura prova dagli avvenimenti che fecero la storia della Francia, riuscì a proteggere e ad amministrare con intelligenza e coraggio, l’eredità di suo figlio e dei suoi nipoti, trasmettendo loro quei valori propri tanto dei Sauvage che dei Lur-Saluces.
La Dame d’Yquem riuscì tra l’altro a proteggere e mantenere nella sua integrità la proprietà territoriale, tanto che ancora oggi, come allora, i confini restano praticamente immutati estendendosi per circa 185-195 ettari.
Con l’arrivo del nipote Romain-Bertrand, ma in particolar modo con l’avvento del nipote di questi, Bertrand, ciò che fu una proprietà della famiglia grazie ad altri, divenne una vera e propria vocazione.
Il marchese Bertrand de Lur-Saluces, militare durante il secondo conflitto mondiale (durante il quale Chateau d’Yquem divenne ospedale militare, come testimoniano le liste dei feriti che qui vennero assistiti e curati), difese la sua Patria ed il suo vigneto con quella abnegazione e quel coraggio che hanno contraddistinto la sua famiglia nel corso dei secoli.
Sino al 1968, egli fu uno dei più importanti artefici del “teatro vitivinicolo” della prima parte del secolo. Non avendo figli, fu uno dei figli di suo fratello, Conte Alexandre de Lur Saluces, a succedergli al comando d’Yquem.
Fedele al suo mandato da più di trent’anni, attorniato da un gruppo di 62 validi collaboratori, egli continua il suo lavoro affiancato ora da un nuovo partner, una filiale del gruppo Louis Vuitton con il quale intende migliorare e promuovere D'Yquem senza per questo sacrificare la qualità del prodotto.
Oggi D'Yquem mantiene e difende ancora un modo di vita e una cultura.
Situato nel cuore della zona di Sauternes, Chateau d’Yquem è idealmente arroccato sulla cima della più alta collina di tutto il territorio. Da qui possiamo dominare con lo sguardo tutti i vigneti circostanti.
Grazie a questa invidiabile posizione i cambiamenti da effettuare in vigna per migliorare (se possibile) il prodotto sono veramente minimi.
Qualche miglioria è stata invece apportata a livello tecnico. E’ stata infatti installata una nuova linea di imbottigliamento sotterranea e climatizzata. Ciò permette di effettuare questa operazione in condizioni di perfezione.
Se la bontà e l’eccezionalità del vino sono dovuti alla congiunzione di diversi fattori sia climatici che di territorio, la famiglia Lur-Saluces ha, dal canto suo, contribuito a migliorare questa felice situazione facendo installare un sistema di drenaggio sotterraneo simile a quelli in uso negli stadi di calcio.
Centomila metri di canalizzazioni sotto i vigneti consentono il perfetto drenaggio del terreno anche dopo una pioggia torrenziale.
Fantastico!
Tutte queste operazioni contribuiscono ovviamente ad innalzare il costo del prodotto.
Se consideriamo poi la severa selezione che viene effettuata in vigna, risulta ancor più comprensibile l’elevato costo del vino.
A D’Yquem molto orgogliosamente viene ripetuto che un piede di vigna non produce che un solo bicchiere!
In fase di vendemmia l'uva viene raccolta a maturità perfetta, acino per acino, da un esercito composto da centocinquanta vendemmiatori che spesso rimangono in azienda dalle sei alle otto settimane.
Questi specialisti, molto spesso gli stessi da anni, eseguono in media da un minimo di quattro passaggi ad un massimo storico di tredici come avvenne nel 1964 quando la Botrytis faticò a trovare le condizioni ideali per lo sviluppo.
Fu proprio il 1964 una delle annate in cui non vi fu produzione di vino liquoroso.
Ricordiamo anche il 1972 il 1974 per lo stesso problema.
Il vino ha un potenziale di invecchiamento straordinario. Purtroppo essendo già in gioventù estremamente ricco, opulento e dolce, il pubblico degli appassionati non resiste alla tentazione e tende a consumarlo prima che raggiunga il decimo anno di vita.
E’ un vero peccato non aspettare poiché D’Yquem raggiunge il suo splendore ideale dopo quindici, venti anni dalla vendemmia e certe annate si mantengono fresche e giovani anche dopo più di mezzo secolo.
La ricerca della qualità assoluta e a qualsiasi prezzo non si esaurisce nel vigneto, anzi.
Il vino viene affinato per più di tre anni in fusti di legno di quercia nuovi i quali lasciano evaporare circa il 20% del loro contenuto.
Nel momento dell’imbottigliamento viene effettuata un’ulteriore selezione scartando le barriques che per qualsiasi motivo non vengono ritenute idonee.
Nelle vendemmie eccellenti come il ’75, ’76 e ’80, solamente il 20% dei fusti venne eliminato.
Nelle annate difficoltose come il 1979 venne declassato il 60% del vino prodotto.
Nel 1978 l’85% del prodotto fu considerato non commercializzabile con l’etichetta D’Yquem.
Nessun’altra realtà al Mondo effettua una selezione così drastica!
Al momento dell’imbottigliamento viene eseguita una leggerissima filtrazione per evitare la perdita in ricchezza.
Diversamente da altri Crus del Bordolese, D'Yquem non effettua la vendita “en primeur”. Normalmente viene posto alla vendita quattro anni dopo la vendemmia ad un costo veramente molto elevato.
Tenuto conto del lavoro che è richiesto, dei rischi che ogni anno vengono affrontati e della severità nella selezione possiamo asserire che si tratta di uno dei casi in cui l’alto prezzo è giustificato.
appendice:
Cambio della guardia a Ch. D’Yquem.
Chateau d’ Yquem ha dovuto rinunciare da ben lungo tempo al suo presidente, Comte Alexandre de Lur Saluces, ed in Maggio di quest’anno (2004 ndr) lo ha rimpiazzato definitivamente con Pierre Lurton, che è anche consigliere delegato di Cheval Blanc a St. Emilion.
Questa decisione segna la fine di una dinastia che per 219 anni ha guidato l’illustre proprietà di Sauternes che produce il più famoso vino dolce del mondo.
Per l’attuale maggioranza dei proprietari di Yquem, la francese multimiliardaria Bernard Arnault e il conglomerato dei beni di lusso LMVH, è sopravvenuto il controllo dopo anni di inquietudine sulla sorte della proprietà.
Nel 1996, una lunga e deprimente ostilità tra Alexandre e la sua famiglia, aveva condotto il fratello Eugène e altri parenti a vendere il 55% di D’Yquem alla LMVH per 101 milioni di Dollari.
Alexandre, sentitosi tradito, ha usufruito per tre anni della sua posizione per ostacolare la LMVH nella scalata al controllo legale degli affari.
Nel 1999 Arnault ha realizzato una tregua con Alexandre comperando il 92% appartenete a lui e a suo figlio Bertrand, ma Alexandre ha continuato a dirigere D’Yquem come se fosse di sua proprietà.
Sotto le vecchie leggi locali d’Yquem il presidente avrebbe dovuto andare in pensione all’età di 75 anni, ma l’anno scorso (2003 ndr) la LMVH ha abbassato il mandato dell’età pensionabile a 70 anni, secondo le rivelazioni di un’azionista che preferisce mantenere l’anonimato.
Alexandre, che ha diretto D’Yquem dal 1968 è diventato settantenne in Maggio.
Con Lurton, quarantasettenne, la LMVH inserisce nel gioco , queste almeno sarebbero le intenzioni, un dinamico creatore di vino, rispetto ad una vecchia e storica famiglia di vini di Bordeaux.
Lurton, che è ora Amministratore Delegato, è conosciuto per il suo senso pratico nell’interpretare le tendenze del mercato, raffrontandole con la realtà del proprio territorio e con le esperienze acquisite nel nuovo e vecchio mondo.
Arnault , che è il presidente della LMVH, comproprietario di Cheval Blanc dal 1998, ha affermato che Lurton potrebbe aprire D’Yquem alla modernità rispettando nello stesso tempo le sue tradizioni.
“Egli possiede le qualità necessarie per continuare la leggenda Yquem” – afferma Arnault.
Lurton è stato nominato direttore di Cheval Blanc nel 1991 dai suoi precedenti proprietari ed è anche presidente di Cheval des Andes in Argentina, tra Cheval Blanc e la LMVH, è consultore per Morgenster in Sud Africa oltre a possedere Marjosse in Entre-Deux-Mers.
“Sono un po’ nervoso - ha detto Lurton del suo nuovo lavoro – ma è eccitante, è un’avventura”.
Nei miei più sfrenati programmi di carriera non mi sarei mai visto come presidente sia D’Yquem che di Cheval Blanc.
Occorre considerare che D’Yquem ha operato negli ultimi anni al di sotto del suo potenziale, giusta l’opinione dei soci, dei negociants di Bordeaux ed altre fonti.
D’Yquem è il più mitico di tutti i vini del mondo – ha detto Lurton, ma è una bella addormentata che non ti fa sognare come ti aspetteresti che avvenisse.
“Le vendite e i guadagni sono anche bassi – ha affermato un anonimo azionista e non penso che un finanziatore come M. Arnault possa essere soddisfatto a lungo con un business che non funziona.
Egli non ha investito più di 100 milioni di Dollari per ottenere cattivi risultati, in quanto alcune politiche di D’Yquem erano uscite dal mercato corrente.
Con Alexandre de Lur Saluces il vino veniva distribuito alcuni anni dopo il raccolto, mentre altre proprietà di Sauternes avevano già realizzato un affare veloce, vendendo in anteprima i vini futuri in quanto corrispondenti a vendemmie rilevanti.
Per manifestare questo cambiamento, D’Yquem stà offrendo quest’anno il suo 2003.
L’originale politica di D’Yquem può avere funzionato quando c’era un mercato di Sauternes tutto l’anno – ha detto Pierre Godé, uomo di fiducia di Arnault che fa parte del consiglio di D’Yquem – ma vi dovete adattare all’attualità. Non si può fare diversamente.
Estratto da un articolo di Wine Spectator del Luglio 2004
CHÂTEAU D' YQUEM 1973 LUR SALUCES
Quella del 1973 viene ricordata come una stagione strana e precoce.
Iniziata il 28 di Agosto e caratterizzata da un clima “anarchico” che vide periodi di gran freddo alternati a momenti di grande calore; giornate con grande umidità e periodi di secco assoluto.
A dare il colpo di grazia furono le piogge torrenziali a partire dal mese di settembre; l’unico momento in cui il tempo permise di entrare in vigneto ed effettuare un parziale raccolto con uve potenzialmente a 20° fu dal 2 al 12 di ottobre.
Successivamente l’alluvione di metà ottobre danneggiò in maniera irreparabile il resto dell’uva.
Solamente intorno al giorno di Ognissanti si riuscì, con grande sforzo, a recuperare qualche barile di prodotto.
Un anno di grandi difficoltà che diede origine ad un raccolto ai minimi storici.
Descrizione della bottiglia:
L’ etichetta si presenta in uno stato di conservazione eccellente.
Se si esclude qualche minima mancanza e una leggera patina, possiamo considerarla perfetta.
Capsula intonsa, ottima tenuta del tappo e livello del vino posto appena al di sotto dell'attacco del collo.
Eccellente per un flacone così datato.