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Codice: 00000944
Categoria: Vini da seduzione
Disponibilità:
3
Contenuto:
0,50 lt.
Confezione:
Bottiglia
Località: Italia-Abruzzo e Molise
Le Cantine Catabbo nascono da una fortuita intuizione di Vincenzo, che all’epoca, negli anni ’90, era impegnato nel commercio all’ingrosso di cereali e granaglie; mestiere che da sempre lo portava a viaggiare molto, sia in Italia che all’Estero, e a misurarsi con realtà molto diverse dalla propria.
Acquistati i primi terreni, posizionati sui pendii di San Martino in Pensilis, si accorse subito che essi si presentavano poco adatti alla coltivazione delle granaglie, soprattutto a causa della tante pietre…(da qui il nome di Contrada Petriera data all’estensione su cui si erge la prima delle aziende Catabbo).
In un giorno come tanti, si trovò a colloquiare con un anziano contadino, il quale custodiva gelosamente qualche piantina del raro vitigno Tintilia.
Era il 1997 quando, quasi per gioco, ne impianto 1/2 ettaro in Contrada Petriera.
Durante uno dei suoi viaggi, questa volta in Francia, spinto da una forte curiosità, si recò a visitare Bordeaux prima e la Borgogna poi, scoprendo modi di concepire il vino molto diversi tra loro; ma una cosa i due mondi francesi avevano in comune: l’estrema cura dei vigneti, delle vere e proprie forme d’arte.
Da qui l’illuminazione: “Fare del buon vino partendo dalle vigne.
Nascono così le Cantine Catabbo: da un incontro fortuito, quello con un contadino, dalla “riscoperta” di un vitigno scomparso, la Tintilia, e da un viaggio in Francia, che chiarì le idee sul suo futuro a Vincenzo.
Sono tre le Aziende Agricole che fanno capo alle Cantine Catabbo; per un totale di 80 ettari, di cui 40 coltivati con vigneti, tutti rigorosamente a filari, su terreni scoscesi a medio impasto argilloso.
13 sono gli ettari di Tintilia.
La storica Tenuta di Contrada Petriera, piena di piccoli pendii: “Colle Cervino”, “Colle del limone”, “Colle dei Frutti”.
Tenute al Convento, costituita da piccoli poderi accorpati; si narra sia stata la prima grande azienda agricola costituita in agro di San Martino in Pensilis, originariamente di proprietà di una nobile famiglia del posto.
Tenuta al Calvario, una collina sulla cui cima, anticamente, venne posizionato il Calvario di San Martino in Pensilis e dove da poco è stato effettuato l’impianto di altre barbatelle di Tintilia.
Dal 2019 tutta la produzione è interamente Biologica Certificata e i vini sono vinificati con lieviti indigeni.
TINDUCE (TINTILIA) VINO ROSSO S. A. CATABBO
Si narra che la Tintilia possa essere lo pseudonimo della varietà sarda conosciuta come “Bovale Sardo o Bovale Grande”, ma i risultati dell’analisi genetica sono stati fedeli alle aspettative: infatti, 21 dei 22 campioni di Tintilia presi in esame sono risultati perfettamente identici tra loro e tutti ben distinti sia dal Bovale Sardo che dal Bovale Grande.
Tutti i campioni analizzati quindi sono cloni e sono geneticamente distinti dalle varietà Bovale Sardo e Bovale Grande, per cui questo risultato esclude la presunta sinonimia tra Tintilia e la varietà sarda.
Secondo i Molisani invece “Tintilia” altro non è che una derivazione del nome dal termine dialettale “Tenta” (Tinta) che in Molise è anche detta “Tintiglia” o “Tentiglia” data la peculiarietà di quest’uva di macchiare (tentiglia = tingere) di rosso scuro qualsiasi indumento.
Appartenente al gruppo ampelografico delle uve Tintorie (varietà di bacca con buccia molto colorata), fino al 1800 ha rappresentato uno dei pilastri del Molise, ma già dal primo dopoguerra si assistette alla sua improvvisa scomparsa, vuoi a causa della sua scarsa adattabilità alla pianura, vuoi per la diffusione della fillossera, vuoi per l’avvento di colture, indubbiamente più produttive; solo l’ostinazione di pochi viticoltori della zona ne ha impedito la definitiva scomparsa.
Venuto quasi per caso a conoscenza della Tintilia, Vincenzo Catabbo, qualche anno fa, ha deciso di ritentarne l’impianto nella sua azienda, con la convinzione che, se il risultato fosse stato soddisfacente, avrebbe rappresentato il fiore all’occhiello della propria produzione enologica.
L’attenzione prestata ai 10 ettari di vigneto Tintilia, distribuito sulle superfici di “Colle Cervone” e “Terra Petriera” , l’attento studio compiuto per individuarne la zona perfetta per la coltivazione e le prove di microvinificazione compiute in cantina hanno permesso alla “Tintilia Catabbo” di assumere una posizione notevole e singolare.
Tinduce è ottenuto da uve Tintilia in purezza, raccolte a mano durante la seconda decade di Novembre, dopo un’attenta selezione dei grappoli.
La fermentazione avviene molto lentamente, favorendo così al massimo l’estrazione degli aromi.
Inizialmente le temperature sono molto basse, circa 4°-5°C; successivamente al raggiungimento dei 18°C circa, viene bloccata la fermentazione prima che gli zuccheri vengano trasformati in alcol. A questo punto il vino viene travasato e messo in barriques di rovere francese per un buon affinamento di circa 18 mesi.
Il colore è rosso rubino intenso.
Tinduce regala tantissimi profumi di confettura a bacca rossa e spezie: dalla prugna, al lampone, alla ciliegia, agli aromi speziati di vaniglia e cacao.
Il gusto è rotondo, caldo e avvolgente con un lungo finale di liquirizia e cioccolato.
Numero di bottiglie prodotte: circa 3.000.
Acquistati i primi terreni, posizionati sui pendii di San Martino in Pensilis, si accorse subito che essi si presentavano poco adatti alla coltivazione delle granaglie, soprattutto a causa della tante pietre…(da qui il nome di Contrada Petriera data all’estensione su cui si erge la prima delle aziende Catabbo).
In un giorno come tanti, si trovò a colloquiare con un anziano contadino, il quale custodiva gelosamente qualche piantina del raro vitigno Tintilia.
Era il 1997 quando, quasi per gioco, ne impianto 1/2 ettaro in Contrada Petriera.
Durante uno dei suoi viaggi, questa volta in Francia, spinto da una forte curiosità, si recò a visitare Bordeaux prima e la Borgogna poi, scoprendo modi di concepire il vino molto diversi tra loro; ma una cosa i due mondi francesi avevano in comune: l’estrema cura dei vigneti, delle vere e proprie forme d’arte.
Da qui l’illuminazione: “Fare del buon vino partendo dalle vigne.
Nascono così le Cantine Catabbo: da un incontro fortuito, quello con un contadino, dalla “riscoperta” di un vitigno scomparso, la Tintilia, e da un viaggio in Francia, che chiarì le idee sul suo futuro a Vincenzo.
Sono tre le Aziende Agricole che fanno capo alle Cantine Catabbo; per un totale di 80 ettari, di cui 40 coltivati con vigneti, tutti rigorosamente a filari, su terreni scoscesi a medio impasto argilloso.
13 sono gli ettari di Tintilia.
La storica Tenuta di Contrada Petriera, piena di piccoli pendii: “Colle Cervino”, “Colle del limone”, “Colle dei Frutti”.
Tenute al Convento, costituita da piccoli poderi accorpati; si narra sia stata la prima grande azienda agricola costituita in agro di San Martino in Pensilis, originariamente di proprietà di una nobile famiglia del posto.
Tenuta al Calvario, una collina sulla cui cima, anticamente, venne posizionato il Calvario di San Martino in Pensilis e dove da poco è stato effettuato l’impianto di altre barbatelle di Tintilia.
Dal 2019 tutta la produzione è interamente Biologica Certificata e i vini sono vinificati con lieviti indigeni.
TINDUCE (TINTILIA) VINO ROSSO S. A. CATABBO
Si narra che la Tintilia possa essere lo pseudonimo della varietà sarda conosciuta come “Bovale Sardo o Bovale Grande”, ma i risultati dell’analisi genetica sono stati fedeli alle aspettative: infatti, 21 dei 22 campioni di Tintilia presi in esame sono risultati perfettamente identici tra loro e tutti ben distinti sia dal Bovale Sardo che dal Bovale Grande.
Tutti i campioni analizzati quindi sono cloni e sono geneticamente distinti dalle varietà Bovale Sardo e Bovale Grande, per cui questo risultato esclude la presunta sinonimia tra Tintilia e la varietà sarda.
Secondo i Molisani invece “Tintilia” altro non è che una derivazione del nome dal termine dialettale “Tenta” (Tinta) che in Molise è anche detta “Tintiglia” o “Tentiglia” data la peculiarietà di quest’uva di macchiare (tentiglia = tingere) di rosso scuro qualsiasi indumento.
Appartenente al gruppo ampelografico delle uve Tintorie (varietà di bacca con buccia molto colorata), fino al 1800 ha rappresentato uno dei pilastri del Molise, ma già dal primo dopoguerra si assistette alla sua improvvisa scomparsa, vuoi a causa della sua scarsa adattabilità alla pianura, vuoi per la diffusione della fillossera, vuoi per l’avvento di colture, indubbiamente più produttive; solo l’ostinazione di pochi viticoltori della zona ne ha impedito la definitiva scomparsa.
Venuto quasi per caso a conoscenza della Tintilia, Vincenzo Catabbo, qualche anno fa, ha deciso di ritentarne l’impianto nella sua azienda, con la convinzione che, se il risultato fosse stato soddisfacente, avrebbe rappresentato il fiore all’occhiello della propria produzione enologica.
L’attenzione prestata ai 10 ettari di vigneto Tintilia, distribuito sulle superfici di “Colle Cervone” e “Terra Petriera” , l’attento studio compiuto per individuarne la zona perfetta per la coltivazione e le prove di microvinificazione compiute in cantina hanno permesso alla “Tintilia Catabbo” di assumere una posizione notevole e singolare.
Tinduce è ottenuto da uve Tintilia in purezza, raccolte a mano durante la seconda decade di Novembre, dopo un’attenta selezione dei grappoli.
La fermentazione avviene molto lentamente, favorendo così al massimo l’estrazione degli aromi.
Inizialmente le temperature sono molto basse, circa 4°-5°C; successivamente al raggiungimento dei 18°C circa, viene bloccata la fermentazione prima che gli zuccheri vengano trasformati in alcol. A questo punto il vino viene travasato e messo in barriques di rovere francese per un buon affinamento di circa 18 mesi.
Il colore è rosso rubino intenso.
Tinduce regala tantissimi profumi di confettura a bacca rossa e spezie: dalla prugna, al lampone, alla ciliegia, agli aromi speziati di vaniglia e cacao.
Il gusto è rotondo, caldo e avvolgente con un lungo finale di liquirizia e cioccolato.
Numero di bottiglie prodotte: circa 3.000.