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TOKAJI ASZU’ ESZENCIA 1993 DISZNOKO

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Codice: 00000573
Disponibilità:

1

Contenuto:
0,50 lt.
Confezione:
1
Località: Ungheria-Tokaj
Produttore:
Disznoko Tokaj
Vino degli Zar, dei Re e degli Imperatori, questo tesoro, prodotto da più di quattro secoli, rischiò l’estinzione tra il 1949 e il 1989.
Nel corso di questi ultimi tre decenni si è fatto l’impossibile affinché rinascesse dalle ceneri il "più mitico" dei grandi vini liquorosi del mondo: il Tokaji Aszú!
Situata nell’Ungheria nord-orientale, a 230 km. da Budapest, la piccola regione di Tokaj è un vero e proprio punto d’incrocio dell’Europa centrale, tra la Romania, l’Ucraina e la Slovacchia.
Le sue colline vulcaniche, disseminate tra i fiumi Bodrog e Tisza, furono calcate dalle orde mongole nel XIII° secolo, poi dagli Ottomani un secolo dopo.
Classificato Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2002, questo antico feudo dei Principi di Transilvania possiede una magia particolare, la cui espressione eccelsa non è altro che il Tokaji Aszú!
Mai un vino fu circondato di leggende e di misteri come il Tokaji di Ungheria!
Elisir di lunga vita che un tempo si pensava contenesse dell’oro (l’alchimista Paracelso fece persino il viaggio per verificare questa asserzione).
Vino dei Re e Re dei Vini secondo Luigi XIV°.
Questo nettare era talmente bramato che nel XIX° secolo gli Zar lo fecero scortare fino a San Pietroburgo da un reggimento di Cosacchi!
E’ il primo gran vino liquoroso della storia.
Primo, molto prima di Yquem a Sauternes, ad essere stato elaborato a partire da acini di uva colpita dalla botrytis cinerea, la celeberrima muffa nobile.
La veste dorata, gli aromi che ricordano l’albicocca, il miele e le spezie, la texture vellutata e la lunga persistenza sul palato fanno sì che ancora oggi lo si considera il più gran vino liquoroso del mondo.
Per milioni di anni, le sorgenti di acqua calda hanno lavato la roccia vulcanica, irrigato i suoli e drenato ogni tipo di cristalli alla superficie, conferendo così alle vigne la loro mineralità!
Con le sue colline esposte a pieno sud, arse dal sole e sferzate dal vento, la regione di Tokaj era predestinata a dare dei grandissimi vini.
Le vigne di Tokaj sono state classificate per la prima volta dal principe di Transilvania Ferenc II° Rákóczi all’inizio del XVIII° secolo.
I più grandi vitigni sono situati sulle pendici degli antichi vulcani ad un’altitudine da 100 a 500 metri, vicino ai villaggi di Tokaj e di Tarcal.
Ma è il vitigno di Oremus, più a nord, ad inorgoglirsi di aver prodotto il primo tokaji liquoroso della storia.
I vitigni che entrano nella preparazione del Tokaji sono fondamentalmente due e sono praticamente sconosciuti altrove: il furmint e la hársevelu.
Nel XIII° secolo, alcuni coloni italiani attirati dal re Bela portarono dal Piemonte un’uva dalla buccia fine e rinomata per la sua acidità naturale: il furmint che rappresenta tuttora il 70% delle vigne.
L’hársevelu, letteralmente foglie di tiglio, meno sensibile alla botrytis ma ricca di zucchero e di aromi rappresenta dal 20 al 25% delle piantagioni.
A questi grandi vitigni sconosciuti altrove, si usa aggiungere una piccola parte di moscato a piccoli acini ed altri vitigni antichi.
In autunno, dai fiumi Bodrog e Tisza s’innalza una spessa coltre di nebbia che tinge l’orizzonte di tinte rosate e azzurrognole.
Da questa nebbia nasce la botrytis cinerea, una fine peluria grigio cenere che favorisce la concentrazione degli zuccheri dell’acino d’uva.
Il calore dell’estate indiana e il vento secco del Sud provocano a loro volta una seconda concentrazione detta in francese passerillage.
Al termine di questo secondo processo di appassimento gli acini sono totalmente passiti ed esalano aromi nuovi di cioccolata, prugne e funghi.
Questa combinazione provvidenziale di muffa e secchezza genera così l’uva aszú, dolce; la quale, ricca di zuccheri e di aromi, è la materia prima del grande vino liquoroso ungherese: il Tokaji Aszú!
Alla fine di ottobre, le donne raccolgono gli acini d’uva uno ad uno e li depositano nelle gerle di legno tradizionali da 25 kg. chiamate puttony.
Ogni vendemmiatrice raccoglie in media 10 kg. di uva al giorno, mentre le api si precipitano sui dolci grappoli, determinando in anticipo con la loro presenza la buona qualità dell’annata.
La ricchezza e la concentrazione del Tokaji Aszú dipende essenzialmente dal suo tenore in zucchero, valutato in puttonyos, che indica un contenitore di uva appassita simile a una gerla.
3 puttonyos corrispondono ad un range che oscilla da 60 a 90 grammi di residuo zuccherino al litro.
4 puttonyos corrispondono ad un range che oscilla da 90 a 120 grammi di residuo zuccherino al litro.
5 puttonyos corrispondono ad un range che oscilla da 120 a 150 grammi di residuo zuccherino al litro.
6 puttonyos corrispondono ad un range che oscilla da 150 a 180 grammi di residuo zuccherino al litro.
La cosa più sorprendente è l’acidità naturale dell’aszú che è sempre proporzionale al tasso di zucchero; in questo modo più il vino è dolce, più è acido, mantenendo quindi un equilibrio straordinario, caratteristica questa dei più grandi vini liquorosi in assoluto.
Gli acini aszú sono talmente secchi e raggrinziti che non è possibile pigiarli tali e quali.
Si mettono dapprima in tini dal fondo forati.
Dopo qualche ora, un succo fuoriesce lentamente, dovuto unicamente al peso dell’uva.
Questa quintessenza di acini nobili è l’Eszencia, talmente ricca in zuccheri (fino a 900 grammi per litro) che la fermentazione alcolica non riesce a partire.
L’Eszencia, ricchissima di oligoelementi e sali minerali, è tuttora raccomandata dai medici per curare i problemi digestivi e cardiovascolari.
Quando gli acini d’uva hanno perso la loro Eszencia, si fanno macerare da 12 a 48 ore nel vino o nel mosto dell’anno.
Si ottiene allora una specie di pasta di frutta che va pigiata e il cui succo sarà versato in tini di quercia ungherese tradizionali, da 136 litri, detti Gönc.
La durata legale e obbligatoria della maturazione in tini è di almeno 24 mesi.
Tutto si svolge in sontuose cantine, le più antiche delle quali risalgono al XII° secolo.
Veri e propri tunnel scavati nel tufo per diversi chilometri di lunghezza, queste cantine freschissime accolgono il visitatore con sublimi aromi di marmellata.
I muri sono rivestiti da una muffa nera, il fingus, che ricopre anche le bottiglie e contribuisce al loro invecchiamento, a volte fino a 150 anni.

Attualmente Disznókö, con i suoi cento ettari di vigneti, è in assoluto il più grande Domaine e produttore di Tokaji.
Di proprietà di AXA-Millésimes dal 1993 che ha effettuato una serie enorme di investimenti atti a rinnovare gli antichi fasti di questa storica azienda.
La cantina è stata rinnovata nel 1995, i vigneti sono stati reimpiantati e una nuova cantina di invecchiamento è stata scavata nella roccia posta sotto la tenuta.
Dal 1995 si avvale della collaborazione dell’agronomo Laszlo Meszaros, formatosi prima a Purpan, poi in Ungheria; cinque anni dopo, nel 2000, ne divenne direttore. Grazie al suo dinamismo e alla sua ferrea volontà, Laszlo è riuscito a portare l’azienda ai vertici mondiali della produzione di Tokaji.
Sono ben sei le uve che vengono coltivate: fürmint, zeta, harslevelu, muscat jaune, köverszölö e kabar.

TOKAJI ASZU’ ESZENCIA 1993 DISZNOKO

E’ risaputo che, almeno una volta nella vita, bisogna degustare una bottiglia di Yquem.
Se ciò è vero, è vero anche che è obbligo degustare un Tokji Aszu Eszencia!
Un’esplosione di sensazioni che partono dal the alla pesca, attraverso il tiglio e la camomilla.
Il massimo della forza di questo nettare viene espressa alla degustazione.
Confettura di prugne e torta di mele amalgamate da una strepitosa sensazione acida di limone verde.
Un vino che lascia senza fiato!