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Posta fin dagli inizi dell'Ottocento (crociata per la temperanza, 1810), la questione della limitazione dell'uso di bevande alcoliche, era stata nel corso del secolo il motivo conduttore di una serie di movimenti, il primo dei quali, l'American society for the promotion of temperance che sorse nel 1826 su iniziativa di un gruppo di pastori di Boston.
Nel 1833, a Filadelfia, era stata fondata l'American Temperance Union, che nei singoli stati reclamò l'adozione di leggi proibizionistiche.
Anche la Anti-Saloon League of America si riprometteva la chiusura dei saloon e nel 1869 si costituì addirittura un partito proibizionista (Prohibition Party).
Il movimento, animato da motivazioni prevalentemente morali e di difesa della salute, aveva avuto largo seguito tra le donne (per i riflessi negativi dell'alcolismo sulle famiglie) e ottenuto in alcuni stati leggi proibizioniste.
La questione era stata posta di nuovo al Congresso in occasione della partecipazione alla Prima guerra mondiale.
Per favorire lo sforzo bellico si era proibito l'utilizzo di cereali, frutta ecc. per la produzione di alcool.
Ma fortissimo era il pregiudizio per cui il consumo di alcool non potesse essere tollerato in una società industrializzata che richiedeva ordine, disciplina, piena disposizione fisica e mentale.
Sotto la pressione delle Società di Temperanza (movimenti politico religiosi improntati al moralismo), il Senato degli Stati Uniti ha proposto il 18° Emendamento il 18 dicembre 1917.
Così il 16 gennaio 1919, con il diciottesimo emendamento alla costituzione, ratificato da tutti gli stati a eccezione di Connecticut e Rhode Island ed entrato in vigore il 16 gennaio 1920, furono proibiti entro i confini degli Stati Uniti la fabbricazione, la vendita e il trasporto a scopo di consumo dei liquori nocivi.
Nell'ottobre seguente una legge definì nocivi tutti i liquori che contenevano più dello 0,5% di alcol.
La sera del 15 gennaio in tutti gli Stati Uniti migliaia di persone si riversarono nei negozi per fare rifornimento delle ultime bottiglie legalmente in vendita.
Il nobile esperimento, sostenuto soprattutto da ambienti conservatori e razzisti, non solo fallì i suoi obiettivi, ma produsse anche gravi ripercussioni sociali, alimentando, col contrabbando, la crescita della criminalità organizzata (gangster) con la divisione delle città in territories per la vendita clandestina degli alcolici.
L'esito negativo dell'esperienza, seguita con risultati analoghi da Norvegia (1919-1926) e Finlandia (1919-1932), portò all'abrogazione del proibizionismo (con il ventesimo emendamento) un anno dopo l'elezione di F.D. Roosevelt alla Casa Bianca, il 5 Dicembre 1933.
Singolare, in quel periodo, la storia di Laphroaig in quanto fu l'unico Scotch Whisky a poter essere legalmente importato e commercializzato negli Stati Uniti durante il Proibizionismo.
Si narra che gli ispettori doganali, dopo aver annusato il contenuto di una botte, abbiano esclamato che visto l'odore di iodio e di disinfettante che emanava, mai nessuno avrebbe potuto berne il contenuto di spontanea volontà.
Laphroaig venne quindi importato come medicinale antisettico e per poterlo bere era necessaria, come per altre decine di Whiskey, la ricetta medica che ne attestasse l’esclusivo uso medicinale.
J.A. DOUGHERTY SONS PURE RYE WHISKEY 13 SUMMER OLD MADE SPRING 1916 SUPERIOR QUALITY FOR MEDICAL USE
Un grandissimo pezzo da collezione risalente al periodo del proibizionismo USA.
L'etichetta è in condizioni di assouta perfezione, sia come integrità strutturale, sia dal punto di vista della leggibilità.
Eccellente anche lo stato di conservazione della retroetichetta.
Molto interessante il bollo triangolare posto all'altezza del collo del flacone; ad una attenta osservazione, oltre all'indicazione dell'invecchiamento di 13 anni, possiamo leggere Superior Quality for Medical Use.
E' cosa nota che nel periodo del proibizionismo gli alcolici venivano venduti come prodotti medicamentosi dietro prescrizione medica; questa iscrizione ne è la conferma.
Molto ben conservato anche il sistema di chiusura, con il classico sovratappo in alluminio a strappo, che protegge il tappo in sughero.
L'eccezionalità di questa bottiglia stà anche nel fatto che insieme al flacone è fornito l'astuccio originale.
A proposito di ciò, è doveroso far notare che ci sono stati dei lavori di restauro atti a ricomporre, per quanto possibile, l'astuccio in cartone.
Questi, nel corso degli anni, si era parzialmente sbriciolato.
La fortuna ha voluto che buona parte dei frammenti non sia andata dispersa.
Dopo il restauro, sia sul fronte del contenitore, sia sul retro, ci sono delle mancanze che, seppur evidenti, non mutilano in maniera importante la confezione nella sua essenza.
sold out.